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I cinque punti di Zingaretti per un governo di svolta

21 agosto 2019 | 16:14
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I cinque punti di Zingaretti per un governo di svolta

La direzione Pd approva il mandato a Zingaretti ad aprire una trattativa per governo di svolta. L’eventuale nuovo governo deve “essere in discontinuità” con il precedente, non basato su un contratto, ma che abbia alla base una “forte condivisione degli obiettivi”

REGGIO EMILIA – Nicola Zingaretti ha ricevuto dalla direzione del Pd il mandato a aprire una trattativa per verificare la possibilità di “un governo di svolta per la legislatura”, in “discontinuità” col precedente. Il documento è stato approvato per acclamazione all’unanimità. Il governo gialloverde caduto ieri “è stato uno dei peggiori della storia della Repubblica, dopo 14 mesi è fallito”. “Per il Paese l’eredità di questo governo è drammatica”, ha detto Zingaretti nella relazione alla Direzione del Pd.

“Il problema non è l’esercizio provvisorio, ma la manovra mostruosa che abbiamo davanti” e che ammonta ad almeno 23 miliardi. “Togliamoci dalla testa che trovare 23 miliardi sia facile – ha spiegato Zingaretti -, per questo la manovra è il primo punto del confronto”.

“Non credo in un governo di transizione che porti al voto. Sarebbe rischioso per i Democratici e anche per il Paese. Ora tocca a noi muoverci e indicare una strada. Dentro il percorso di consultazione dobbiamo dare la disponibilità se c’è la possibilità di una nuova maggioranza parlamentare in grado di dare risposte serie ai problemi del Paese”.

Un eventuale nuovo governo deve essere “di svolta, di legislatura” altrimenti “è meglio andare alle urne”, ha detto Zingaretti.

“Appartenenza leale all’Unione europea; pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa, a partire dalla centralità del parlamento; sviluppo basto sulla sostenibilità ambientale; cambio nella gestione di flussi migratori,con pieno protagonismo dell’Europa; svolta delle ricette economiche e sociale, in chiave redistributiva, che apra una stagione di investimenti”: sono i cinque punti indicati da Zingaretti nella relazione alla Direzione del Pd per trattare sulla nascita di un nuovo governo.

“Sono molto contento e molto soddisfatto per il livello di unità e compattezza che abbiamo trovato nella direzione del partito che per la prima volta dopo moltissimi anni ha votato dandomi un mandato all’unanimità. Noi siamo pronti per riferire al presidente Mattarella la nostra piena disponibilità a verificare le condizioni di un governo di svolta utile al paese”, ha detto il segretario del Pd al termine della direzione del partito.

“Nessun accordicchio sottobanco ma alla luce del sole, la verifica per costruire un programma possibile, condiviso da un’ampia maggioranza parlamentare. Verificheremo alla luce del sole queste condizioni che, se non si realizzeranno, porteranno il Paese a elezioni anticipate”, ha detto il leader del Pd Nicola Zingaretti a fine direzione. E con l’aria soddisfatta, ha concluso: “Oggi si è fatto un importante passo in avanti, perché tutto il Pd unito si è ritrovato in questa posizione”.

“Non sarò al governo con il Movimento 5 Stelle. Posso votare la fiducia se ci sarà un’ipotesi di governo, posso dare una mano sui contenuti ma al governo con i Stelle anche no, grazie”. Parola di Maria Elena Boschi, deputata del Pd ed ex sottosegretario nel governo Renzi entrando al Nazareno per la direzione del partito. “Garantiamo un appoggio a un esecutivo se ha un programma chiaro, forte, che possiamo condividere per quello che ha detto anche il segretario Zingaretti – ha continuato – Ci vuole un impegno forte su contenuti. Certo, noi preferiamo un governo istituzionale. Se sarà di legislatura, vedremo”.