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No-Tav entrano nel cantiere, divelto cancello: 40 denunce

27 luglio 2019 | 19:12
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No-Tav entrano nel cantiere, divelto cancello: 40 denunce

“Abbiamo raggiunto l’obiettivo: volevamo raggiungere il cantiere e ce l’abbiamo fatta”. Le forze dell’ordine hanno tentato di dissuadere i manifestanti col lancio di lacrimogeni.

REGGIO EMILIA – I No Tav hanno aperto un varco nella pesante cancellata che sbarrava la strada verso il cantiere della Torino-Lione di Chiomonte. “Abbiamo raggiunto l’obiettivo: volevamo raggiungere il cantiere e ce l’abbiamo fatta”. E’ il commento di una storica attivista No Tav alla manifestazione di oggi in Valle di Susa. I manifestanti, percorrendo lo stradone che collega l’abitato di Giaglione al cantiere, hanno aperto un varco nella prima cancellata che sbarrava loro il percorso. Poi hanno proseguito il cammino fino al secondo sbarramento sul torrente Clarea, da dove ora alcuni manifestanti cominciano a tornare indietro.

Forzando la cancellata, i No Tav hanno così violato la zona rossa intorno al cantiere di Chiomonte, una fascia di rispetto tra boschi, prati, sentieri e strade carrozzabili in cui è vietato mettere piede. La cancellata è però soltanto il primo sbarrato lungo i sentieri che conducono al cantiere.

Quaranta No Tav, tra cui esponenti del centro sociale Askatasuna di Torino, sono stati denunciati per avere demolito la cancellata. Lo comunica la Questura di Torino. Tra questi c’è anche un leader nazionale del movimento No Tav che ha preso parte attiva alla demolizione del cancello. Altri manifestanti verranno denunciati per avere violato la zona rossa.

Poco dopo l’inizio della manifestazione, il corteo dei No Tav diretto al cantiere di Chiomonte, in Valle di Susa, si è diviso in due tronconi. Subito dopo l’abitato di Giaglione una parte ha imboccato i sentieri che si inerpicano sul fianco di una montagna. Il resto intende restare sullo stradone principale. I manifestanti sono alcune migliaia. Uno speaker ha detto ‘Siamo 15000’.

Alla manifestazione partecipao valsusini e attivisti dei centri sociali, che si sono raccolti al presidio di Venaus. L’obiettivo dichiarato fin dall’inizio è stato arrivare al cantiere e violare la zona rossa tracciata dalle ordinanze della prefettura che ne vieta l’accesso.

Intanto, l’Italia conferma gli impegni nella realizzazione della Torino-Lione con la lettera inviata nella tarda serata di ieri dal Ministero dei Trasporti all’Inea, agenzia della Commissione europea, in risposta alla richiesta di chiarimenti sulla posizione del governo nei confronti dell’opera. “Non realizzare il Tav costerebbe molto più che completarlo”, è un passaggio della lettera che, richiamando l’intervento del premier Conte, ricorda i maggiori fondi dell’Unione Europea e richiama “l’interesse nazionale”.

La lettera è della struttura tecnica del Ministero dei Trasporti, a cui l’Inea aveva rivolto a inizio giugno la richiesta di chiarimenti in merito alla posizione italiana sull’opera. Per questo motivo, fanno notare fonti di Bruxelles che hanno preso visione del documento, non era necessaria la firma del ministro Toninelli, che infatti non c’è.