Caso affidi, in mille a Bibbiano per chiedere giustizia

21 luglio 2019 | 11:31
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Caso affidi, in mille a Bibbiano per chiedere giustizia
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Caso affidi, in mille a Bibbiano per chiedere giustizia
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Caso affidi, in mille a Bibbiano per chiedere giustizia

Sit in mattutino e corteo serale con fiaccolata a sostegno delle famiglie che si sono viste togliere i loro figli dai servizi sociali dell’Unione val d’Enza

BIBBIANO (Reggio Emilia) – Prima un presidio e poi una fiaccolata a cui hanno partecipato oltre mille persone che hanno sfilato per le vie di Bibbiano a sostegno di tutte quelle famiglie che sono state coinvolte nel caso dei presunti affidi illeciti e si sono viste togliere il figlio dai servizi sociali dell’Unione val d’Enza. Tanti gli slogan e gli striscioni: “Giù le mani dai bambini”, “Olocausto bianco”, “I bambini non si toccano”, “I bambini non sono un business”.

La maggior parte delle persone venivano da fuori Bibbiano e la partecipazione della gente del luogo alla manifestazione è stata piuttosto modesta.

Alcuni dei partecipanti hanno manifestato, a partire dalle 10.30 del mattino, davanti al municipio e fino a tarda sera. Dopo il sit-in, il corteo si è spostato in via XXIV Maggio a Barco dove i manifestanti hanno presidiato la sede degli assistenti sociali della Val d’Enza. Poi la fiaccolata, organizzata da attivisti lombardi, con corteo partito dal parco Manara e un nuovo presidio davanti al Comune.

I genitori lombardi organizzatori della fiaccolata fanno notare che “già a fine degli anni ’90 e nella Bassa modenese, perizie psicoanalitiche dubbie e interventi dei servizi sociali, avevano portato all’allontanamento di minori dalle proprie famiglie, affidandoli a strutture convenzionate che lucravano sui contributi statali”. Dicono: “La storia oggi si ripete e ci costringe a chiederci quali possono essere le ragioni che rendono possibili e concreti fatti così orribili”.

Continuano gli organizzatori: “Siamo coscienti dei nostri limiti, non lanciamo accuse, né pretendiamo di giudicare nessuno, ma abbiamo il dovere di esprimere le nostre perplessità e il diritto di ricevere delle risposte. Se ci sono carenze legislative, difetti procedurali e insufficienze organizzative, non possono essere le famiglie a doverne pagare le conseguenze. Una cosa è certa: “Giù le mani dai bambini””.