Il processo alla 'ndrangheta |
Cronaca
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Aemilia, depositate le motivazioni della sentenza di primo grado

15 luglio 2019 | 18:01
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Aemilia, depositate le motivazioni della sentenza di primo grado

Quattro volumi rilegati (in blu) per un totale di 3.075 pagine

REGGIO EMILIA – Quattro volumi rilegati (in blu) per un totale di 3.075 pagine. Si presentano cosi’ le motivazioni della sentenza di primo grado in rito ordinario, depositate oggi in tribunale a Reggio Emilia, del maxi processo contro la ‘ndrangheta Aemilia che si e’ chiuso lo scorso 31 ottobre. Gli atti – estensore il giudice Andrea Ra t- non sono materialmente consultabili fino a venerdì, per due ordini di motivi tecnici.

Gli interessati dovranno anche mettere mano al portafoglio e sborsare circa 323 euro. Questa infatti la cifra stimata dagli uffici del Tribunale reggiano per i diritti di copia- su supporto informatico- delle 3.075 pagine delle motivazioni, raccolte su carta in quattro tomi. Imponente anche il “peso” dei file, che si aggirerebbe intorno ai 25 giga byte.

I tempi tecnici che si allungano sono dovuti da un lato alla digitalizzazione della grande mole di documenti processuali, dall’altro all’operazione di invio ai difensori dei condannati della notifica del deposito delle motivazioni. Dal giorno della ricezione i legali hanno 45 giorni di tempo per ricorrere in appello contro la sentenza.

In queste ore e’ infatti ancora in corso la digitalizzazione della poderosa mole cartacea e la cancelleria del Tribunale reggiano sta procedendo alla notifica dell’avviso di deposito ai difensori dei 148 imputati. Quest’ultima procedura avviene via posta elettronica certificata, come da prassi per le motivazioni giunte in ritardo. Le motivazioni arrivano comunque a tempo di record.

Dopo la sentenza, i giudici Francesco Maria Caruso (affiancato a latere da Cristina Beretti e Andrea Rat) avevano 90 giorni di tempo per depositarle. Il termine – sulla base dell’unica proroga possibile, concessa dal presidente della Corte d’appello di Bologna – e’ poi slittato alla fine di aprile.

Il ritardo accumulato, tirando le somme, e’ quindi di appena due mesi e mezzo. Le motivazioni, si apprende, sono suddivise per “macro argomenti” che comprendono, tra gli altri, “gli affari”, la “politica”, “gli associati” e “la stampa” (intesa come strategia mediatica della cosca e minacce ai giornalisti, ndr).