Sciopero, 1.500 metalmeccanici a Firenze: “Il lavoro torni al centro dell’agenda politica”

14 giugno 2019 | 18:22
Share0
Sciopero, 1.500 metalmeccanici a Firenze: “Il lavoro torni al centro dell’agenda politica”
Sciopero, 1.500 metalmeccanici a Firenze: “Il lavoro torni al centro dell’agenda politica”
Sciopero, 1.500 metalmeccanici a Firenze: “Il lavoro torni al centro dell’agenda politica”
Sciopero, 1.500 metalmeccanici a Firenze: “Il lavoro torni al centro dell’agenda politica”
Sciopero, 1.500 metalmeccanici a Firenze: “Il lavoro torni al centro dell’agenda politica”
Sciopero, 1.500 metalmeccanici a Firenze: “Il lavoro torni al centro dell’agenda politica”

Per lo sciopero di otto ore promosso da Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil, per chiedere al governo e alle imprese di mettere al centro il lavoro, l’industria, i salari, i diritti

REGGIO EMILIA – Sono stati circa 1.500 i metalmeccanici reggiani che hanno manifestato oggi a Firenze per lo sciopero di otto ore promosso da Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil, per chiedere al governo e alle imprese di mettere al centro il lavoro, l’industria, i salari, i diritti. Iniziative simili si sono tenute anche a Milano e Napoli in contemporanea. I metalmeccanici scioperano anche per avere salari più alti, per ridurre le tasse ai lavoratori dipendenti a medio e basso reddito, per superare la legge Fornero e per contrastare le ipotesi di legge di flat tax di cui si parla in questi giorni.

“Nemmeno per le manifestazioni contro il Jobs Act si era raggiunta tale partecipazione per una manifestazione fuori provincia – ha detto Simone Vecchi segretario generale della Fiom di Reggio – questo è il chiaro segnale che i metalmeccanici reggiani non vogliono stare a guardare, ma pretendono che i problemi dei lavoratori tornino al centro dell’agenda politica del Paese”.

Sono stati 30 pullman che sono partiti dal nostro territorio. La Fiom Cgil ha comunicato che l’adesione allo sciopero di oggi nelle aziende metalmeccaniche della nostra Provincia ha raggiunto percentuali tra il 90%e 100% di adesione, comprese centinaia di piccole e medie aziende del territorio.

Oltre 363 le aziende in cui sono svolte le oltre 400 assemblee per preparare questa eccezionale partecipazione, che ha permesso a circa 20mila lavoratori di poter discutere dell’attualità politica. “Le assemblee sindacali sono uno dei pochi spazi in cui si parla ancora di politica, e non in astratto, ma a partire dai propri problemi, dalla propria condizione sociale – sottolinea Vecchi -. I lavoratori dipendenti sanno bene che senza la partecipazione diretta, senza cortei e manifestazioni, senza questa visibilità difficilmente la politica italiana affronterà seriamente i bisogni e i loro problemi”.

Il primo punto della piattaforma che ha lanciato lo sciopero generale è proprio la richiesta di aumenti salariali ai datori di lavoro, ed è proprio su questo tema che il consenso dei lavoratori e la voglia di scioperare e manifestare si è maggiormente concretizzata. “I metalmeccanici hanno chiara l’importanza di questo sciopero – commenta la Fiom di Reggio Emilia – e per questo hanno aderito in massa alla manifestazione che abbiamo promosso con Fim e Uilm.”

Per la Fiom, infine “la Federmeccanica deve ascoltare questo messaggio che arriva da operai e impiegati delle proprie imprese in prospettiva del rinnovo del contratto nazionale”. Alla fine dell’anno scadrà infatti il più importante contratto nazionale dell’industria, che oggi definisce i minimi tabellari per oltre 1 milione e mezzo di lavoratori e dal cui rinnovo evidentemente i lavoratori reggiani hanno grandi aspettative.

Lo Stato in questi anni ha abbondantemente finanziato il rinnovo delle macchine nell’industria con gli incentivi di Industria 4.0, e questo ha permesso un salto tecnologico e produttivo in molte aziende del territorio per questo “oggi si produce di più e con meno persone di 10 anni fa – affermano i metalmeccanici Cgil – ed è giusto che la produttività venga redistribuita, o in forma di aumenti strutturali o di riduzioni di orario”