Cronaca

Migranti sbarcati a Lampedusa: arrestata la comandante

29 giugno 2019 | 09:38
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Migranti sbarcati a Lampedusa: arrestata la comandante
Migranti sbarcati a Lampedusa: arrestata la comandante
Migranti sbarcati a Lampedusa: arrestata la comandante

La svolta nella notte quando Carola Rackete ha deciso di ignorare l’alt della Guardia di Finanza ed ha diretto la nave verso l’isola forzando il blocco. E’ stata arrestata per violazione dell’articolo 1100 del codice della navigazione (resistenza o violenza contro nave da guerra) un reato che prevede una pena dai tre ai 10 anni di reclusione

REGGIO EMILIA – Sono sbarcati a Lampedusa i 40 migranti a bordo della Sea Watch, che era ferma da tre giorni al largo di Lampedusa. Prima di sbarcare dalla nave i migranti hanno salutato e abbracciato i volontari della ong che in queste due settimane li hanno assistiti. Gli uomini della Guardia di Finanza e della Polizia che stanno ponendo sotto sequestro l’imbarcazione.

Intorno all’1,50 la Sea Watch dopo 17 giorni in mare è attraccata al molo commerciale di Lampedusa. Ancora una volta è stata una mossa a sorpresa della capitana tedesca Carola Rackete a sbloccare la situazione. E’ entrata nel porto senza autorizzazione preventiva, invocando lo stato di necessità. Una motovedetta della Finanza prova a fermarla per due volte rischiando di essere schiacciata contro la banchina. Applausi sul molo delle tante persone che hanno solidarizzato con i migranti.

La capitana della nave Sea Watch, Carola Rackete, è ora in stato di arresto per violazione dell’Articolo 1100 del codice della navigazione: resistenza o violenza contro nave da guerra, un reato che prevede una pena dai tre ai 10 anni di reclusione.
“Comportamento criminale della comandante della Sea Watch, che ha messo a rischio la vita degli agenti della Guardia di Finanza. Ha fatto tutto questo con dei parlamentari a bordo tra cui l’ex ministro dei trasporti: incredibile”, ha commentato il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Carola Rackete andrà agli arresti domiciliari. E’ stato deciso dalla Procura di Agrigento che la accusa di resistenza e violenza a nave da guerra e tentato naufragio. La comandante della Sea Watch, arrestata all’alba dopo aver violato l’alt della Guardia di Finanza, è entrata nel porto di Lampedusa speronando una motovedetta delle Fiamme Gialle nel tentativo di arrivare in banchina.

Il comandante della tenenza di Lampedusa delle Fiamme Gialle, luogotenente Antonino Gianno, ha prelevato personalmente la comandante a bordo della Sea Watch con l’ausilio di altri 4 finanzieri, notificandole in caserma il verbale di arresto. La comandante della Sea Watch potrebbe adesso essere trasferita nel carcere di Agrigento in attesa delle decisioni della Procura di Agrigento che coordina l’inchiesta.

Orfini: “Capitana arrestata, governo ha giocato una partita squallida”
“I migranti sono sbarcati finalmente. Dopo 16 giorni. Carola Rackete, la capitana della #seawatch e’ stata arrestata durante la notte, in favore di telecamere, tra la folla e le sirene accese. Le si contesta la manovra con cui ha forzato il blocco. Attendiamo il processo come e’ giusto che sia ma io una cosa posso dirvela: quei 42 migranti io li ho visti, ci ho parlato”.

Lo scrive su facebook Matteo Orfini, deputato Pd. “Non potevano rimanere su quella nave un secondo in piu’- aggiunge-. La situazione era insostenibile. Per giorni si e’ promesso uno sbarco imminente. Per giorni si e’ mentito. Quando stavamo a bordo abbiamo ripetutamente avvertito il governo, sollecitando a sbloccare una situazione che stava diventando esplosiva. Ogni volta abbiamo ricevuto rassicurazioni, ma poi nulla accadeva. Il governo ha scelto di far crescere la tensione, ha scelto di giocare una partita squallida sulla pelle di 42 esseri umani. C’era l’accordo per la redistribuzione dei migranti, eppure non sono stati fatti sbarcare ‘in 5 minuti’ come aveva promesso Salvini. Sarebbero ancora sulla nave se la Sea Watch non avesse forzato”.

“Abbiamo a che fare con gente cosi’- continua-, persone che non si fanno scrupoli a giocare con la vita delle persone, a creare pericolo e insicurezza per poi specularci sopra. Per questo abbiamo scelto di salire su quella barca. Per questo abbiamo detto che non saremmo scesi finche’ l’ultimo migrante non fosse sbarcato. Cosi’ abbiamo fatto. Ora i migranti sono a terra, accolti da personale preparato. E pronti a cominciare una nuova vita”. “Noi siamo abbastanza stanchi. – prosegue- Abbiamo fatto il nostro dovere, niente di piu’. E siamo pronti a rifarlo. La battaglia su questi temi sara’ sempre difficile e dura. Ma non possiamo rinunciare a farla, tutti insieme”.