Mescolini: “Carletti è indagato solo per abuso d’ufficio”

28 giugno 2019 | 14:35
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Mescolini: “Carletti è indagato solo per abuso d’ufficio”

Il procuratore: “Si eviti di generalizzare, l’indagine non riguarda i servizi sociali della Val D’Enza, ma le persone attinte da misure cautelari”. L’inizio delle indagini: troppi fascicoli aperti per presunti abusi su minori

REGGIO EMILIA – Il procuratore capo di Reggio Emilia Marco Mescolini ha spiegato oggi qual è la posizione di Andrea Carletti, sindaco di Bibbiano da ieri agli arresti domiciliari nell’inchiesta sul business degli affidamenti dei minori con epicentro nei servizi sociali della val d’Enza. Il sindaco sarebbe sostanzialmente accusato di aver dato copertura politica al giro di affari illecito che coinvolgeva anche la onlus di Torino Hansel e Gretel, ma Mescolini puntualizza: “Il sindaco risponde di abuso d’ufficio e falso, e risponde esclusivamente di questo”. A Carletti non e’ contestato, come peraltro aveva scritto il nostro giornale, “il concorso nei delitti che li’ avevano luogo”, dice il procuratore capo.

L’ordinanza del Gip su Carletti, Anghinolfi, Monopoli, Campani, Canei, Foti, Bolognini e Testa
Secondo la procura, infatti, Carletti, è indagato in concorso in abuso d’ufficio con Anghinolfi, Monopoli, Campani, Canei, Foti, Bolognini e Testa, perché avrebbe “omesso di effettuare una procedura ad evidenza pubblica per l’affidamento del servizio di psicoterapia che aveva un importo superiore a 40mila euro” e “intenzionalmente”, insieme ai complici, avrebbe procurato “un ingiusto vantaggio patrimoniale al centro studi Hansel e Gretel, i cui membri Claudio Foti, Nadia Bolognino e Sara Testah, esercitavano sistematicamente, a nessun titolo, l’attività di psicoterapia a titolo oneroso con minori asseritamente vittime di abusi sessuali o maltrattamenti, consentendo ai medesimi l’utilizzo gratuito dei locali della struttura pubblica “La Cura” di Bibbiano messo a loro disposizione dall’Unione Comune della Val d’Enza”.

Questi si sarebbero aggiudicati, in qualità di concorrenti “estranei” al reato di abuso d’ufficio (viene definito così chi non è pubblico ufficiale e partecipa al reato di abuso d’ufficio, ndr) “l’ingiusto profitto, di 135 euro l’ora per ogni minore (a fronte del prezzo medio di mercato della medesima terapia di 60-70 euro l’ora), nonostante l’Asl di Reggio potesse farsi carico mediante i propri professionisti e gratuitamente di questo servizio pubblico”. Questo, si legge nell’ordinanza firmata dal Gip Luca Ramponi, “con pari danno per la pubblica amministrazione (Unione Comuni Val d’Enza e Asl Reggio Emilia, che compartecipava al 50% delle spese) ad oggi stimato in 200mila euro”.

Il procuratore Mescolini: “Si eviti di generalizzare”
“Questa indagine non riguarda i servizi sociali della Val D’Enza, ma le persone attinte da misure cautelari. Tutti gli altri che fanno questo lavoro hanno diritto alla tutela dell’onorabilita’ della loro professione fino a prova contraria”. Dunque “nessuna generalizzazione e’ stata fatta dal Gip nell’ordinanza che e’ davvero compunta, precisa, e ricca di riferimenti ma non si abbandona mai a valutazioni su strutture o programmi”.

E’ il primo aspetto che il procuratore capo di Reggio Emilia Marco Mescolini evidenzia oggi, chiarendo alcuni aspetti dell’inchiesta scoppiata sul giro di affari basato sull’affidamento dei minori che ha visto nel reggiano l’esecuzione di 16 misure cautelari tra cui l’arresto del sindaco di Bibbiano Andrea Carletti. Secondo l’accusa erano i servizi sociali dell’Unione dei Comuni della val d’Enza a condizionare e modificare le dichiarazioni di sei minorenni per poterli togliere alle famiglie naturali e affidarle alle cure del centro “Hansel e Gretel”, onlus di Torino che lucrava con la compiacenza dei dipendenti pubblici e delle famiglie affidatarie sulle prestazioni terapeutiche.

L’inizio delle indagini: troppi fascicoli aperti per presunti abusi su minori
Mescolini riporta che le indagini lampo, condotte da ottobre ad aprile, sono nate da un’intuizione della pm Valentina Salvi sul numero troppo elevato di fascicoli aperti per presunti abusi sui minori, rivelatisi tutti infondati. Pratiche che erano state attribuite a Salvi, banalmente, “con il criterio della lettera”. La vicenda, secondo il giudizio personale del procuratore, “restituisce un quadro assai allarmante. Ma questo- aggiunge- non conta: contano solo la legge e quello che decidera’ il giudice”.

Mentre in Tribunale a Reggio sono inziati questa mattina gli interrogatori di garanzia di due degli indagati, Mescolini sottolinea che, per la materia delicata dell’inchiesta, sono state fatte numerose perizie e richieste consulenze da parte di psicologi e psicoterapeuti per raccogliere elementi a carico degli indagati.

“Niente elettroshock”
Quanto allo strumento elettrico con cui gli investigatori ritengono venisse fatto il “lavaggio del cervello” ai bambini, il procuratore scandisce: “Non si tratta minimamente di elettroshock. Queste macchinette sono state individuate dai Carabinieri durante le intercettazioni ambientali e ieri una e’ stata sequestrata. Si faranno gli accertamenti del caso, ma cio’ che si puo’ fin da ora escludere e’ che ci sia stato elettroshock”.

Infine, circa i due presunti casi di violenza sessuale che sarebbero avvenuti, viene chiarito che “non e’ avvenuta da parte degli affidatari ma da terzi e si indaga a carico di ignoti. Nell’indagine sono coinvolti il tribunale e la Procura dei minori di Bologna e il tribunale di Reggio Emilia. La competenza sul caso dei minori coinvolti spettera’ a quest’ultimo se tra i genitori e’ in corso una causa di separazione, altrimenti a Bologna.