Mercatone Uno, la Cgil di Reggio apre un conto per i licenziati

27 giugno 2019 | 23:05
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Mercatone Uno, la Cgil di Reggio apre un conto per i licenziati

Il sindacato avvia la raccolta fondi, in attesa della cassa integrazione e del Tfr

REGGIO EMILIA – A Reggio Emilia la Camera del lavoro e il sindacato di categoria del commercio, la Filcams-Cgil, lanciano un salvagente “economico e di solidarieta’” alle famiglie dei 42 addetti del punto vendita Mercatone Uno di Rubiera, che si ritrovano dallo scorso aprile senza reddito o con risorse ridotte al lumicino. Il sindacato – mentre a livello nazionale proseguono gli incontri per dipanare la matassa – ha infatti deciso di aprire un conto corrente bancario a favore dei lavoratori (Iban IT96J0103012802000004872581; banca Mps; intestato a “solidarieta’ Mercatone Uno promosso da Cdlt e Filcams Cgil) e avviare una campagna di solidarieta’ pubblica.

Come spiegano il segretario di categoria, Luca Chierici, e il delegato Francesco Putorti’ la notizia del decreto sulla cassa integrazione straordinaria che il ministero del Lavoro ha licenziato ieri e’ buona solo in parte perche’ “non si sa ancora quando l’ammortizzatore verra’ erogato”. Inoltre, la Cgil prevede che la cassa integrazione avra’ un importo risicato perche’ “gli ultimi stipendi avevano segnato un sostanziale calo a seguito della riduzione oraria operata dalla Shernon (in alcuni casi gli ultimi stipendi ammontano a circa 300 euro)”.

Discorso analogo per gli aiuti stanziati dalla Regione, per ottenere i quali l’Unione dei Comuni Tresinaro Secchia (di cui fa parte Rubiera) ha gia’ emesso il relativo bando. Anche in questo caso pero’ le procedure, complice il periodo estivo, rischiano di allungarsi aggravando la situazione degli ex addetti.Chi ha mantenuto la parola, invece, e’ stato il prefetto di Reggio Maria Forte, che dopo il presidio sindacale di meta’ gugno si e’ attivata con l’Inps per lo sblocco dei Tfr, “anche se non tutti i lavoratori sono in condizioni di ritirarlo”.

Si registrano poi paradossi, rileva la Filcams, “come quello di lavoratori che vorrebbero fare lavori ‘a chiamata’ ma non possono rischiare di perdere il diritto alla cassa integrazione”. E se le banche hanno congelato i mutui per la casa, “chi e’ in affitto resta in difficolta’ e si espone allo sfratto”. Con la campagna solidale, concludono quindi Chierici e Putorti’, “vogliamo dare sollievo ad una crisi dai contorni ormai sempre piu’ sociali, ma soprattutto far sentire ai lavoratori che sono parte di una comunita’ che li aiuta”.