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Maxi frode fiscale, evasi 26 milioni di euro

7 giugno 2019 | 11:39
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Maxi frode fiscale, evasi 26 milioni di euro

Tutto è partito dall’accertamento relativo a una importante società di Rolo che opera nel settore della logistica di capi di abbigliamento: denunciate sei persone, fra cui due reggiani, per reati fiscali

REGGIO EMILIA – Frodava il fisco servendosi di cooperative e consorzi fantasma ed ha sottratto all’imposizione diretta 26 milioni di euro. E’ questo il risultato più eclatante dell’”Operazione Aracne”, portata a termine dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Reggio Emilia, che ha investigato la posizione fiscale di una importante società di Rolo operante nel settore della logistica di capi di abbigliamento e di numerosi altri soggetti economici, risultati essere cooperative e consorzi di comodo, utilizzati per mettere in atto cospicue frodi fiscali mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

I Finanzieri hanno ricostruito un articolato sistema truffaldino realizzato attraverso la costituzione e la gestione di un vero e proprio reticolo (da qui il nome dell’operazione aracne) di società cooperative, tutte attive nel settore della logistica e del facchinaggio, alle quali, attraverso due consorzi, venivano appaltate importanti attività logistiche, quali il confezionamento, la spedizione, il carico e lo scarico di merci, proprio da parte della società ispezionata. I consorzi e le cooperative stesse, non avevano sede effettiva, struttura operativa, organizzazione interna e neanche la disponibilità di veicoli: si trattava di soggetti economici fittizi e quindi evasori totali.

Dall’attività ispettiva è emerso infatti che le società cooperative e i consorzi erano stati costituiti al fine di far risultare formalmente come loro dipendenti il personale che di fatto lavorava nella società verificata: il tutto attraverso fatture false emesse dalle cooperative ai consorzi e da questi alla società. Il sistema così ideato ha consentito non solo di evadere le imposte, attraverso l’uso sistematico di fatture false, ma anche di non versare i contribuiti previdenziali ed assistenziali dei soci-lavoratori delle cooperative fantasma.

Sono stati così recuperati a tassazione 26 milioni di euro ed accertato l’omesso versamento di Iva per circa 4 milioni di euro. Sono state individuate e denunciate 6 persone (due di Reggio Emilia, tre di Catania e un di Firenze) per reati fiscali, in relazione all’emissione ed all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.