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Mafie, Bonaccini: “Liberare Emilia-Romagna da cosche, si può fare”

25 giugno 2019 | 14:15
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Mafie, Bonaccini: “Liberare Emilia-Romagna da cosche, si può fare”

Il presidente della Regione: “Quella contro le mafie e’ una battaglia che possiamo vincere”

REGGIO EMILIA – “Ringrazio il procuratore di Bologna Giuseppe Amato, i vertici della Dda e tutti gli investigatori che hanno condotto quest’altra operazione contro la ‘ndrangheta nella nostra regione che, lo ribadisco, vogliamo libera dalle cosche”. Una battaglia che “possiamo vincere”. Cosi’ il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, commenta l’operazione condotta contro la ‘ndrangheta in diverse province della regione, che ha portato all’arresto di numerose persone, tra cui i vertici del clan Grande Aracri e anche il presidente del Consiglio comunale di Piacenza.

“Non va ne’ taciuta ne’ sottovalutata la presenza della criminalita’ organizzata anche in Emilia-Romagna, dove cerca di infiltrarsi nella pubblica amministrazione e nell’economia legale”, afferma Bonaccini, che rivendica l’approvazione del Testo unico per la legalita’ nel 2016, l’istituzione delle ‘white list’ delle imprese impegnate nella ricostruzione post-sisma, il protocollo del 2018 con le Prefetture per rafforzare prevenzione e contrasto alle mafie in Emilia-Romagna, i progetti con le scuole e i fondi stanziati per il recupero dei beni sequestrati.

“Quella contro le mafie e’ una battaglia che possiamo vincere – afferma il presidente della Regione – dando il massimo appoggio alla magistratura e alle forze di pubblica sicurezza, ma ricordandoci sempre che ogni giorno ciascuno di noi deve fare la sua parte, schierandosi con la legalita’”.

Per questo, continua Bonaccini, “ci battiamo ogni giorno affinche’ cresca la coscienza civile e la cittadinanza responsabile, per non lasciare spazi di alcun tipo alla criminalita’ organizzata. E collaboriamo con le Prefetture, gli inquirenti e le forze dell’ordine, impegnati in un lavoro straordinario ogni giorno, come hanno dimostrato anche oggi, facendo fronte comune. Anche per questo abbiamo voluto che il processo Aemilia, nel quale la Regione si e’ costituita parte civile, si svolgesse a Bologna e a Reggio Emilia, finanziando l’allestimento degli spazi necessari alle udienze”, ricorda ancora Bonaccini.