Inchiesta su minori in val d’Enza, indagati anche Nicolini e Scarpati

27 giugno 2019 | 16:58
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Inchiesta su minori in val d’Enza, indagati anche Nicolini e Scarpati

Il direttore generale dell’Ausl e il noto avvocato reggiano sono entrambi accusati di concorso in abuso d’ufficio. Indagata per lo stesso reato anche il direttore dello staff della comunicazione dell’Azienda Usl di Reggio Emilia Federica Gazzotti

REGGIO EMILIA – Ci sono due indagati eccellenti nell’inchiesta della procura che ha messo nel mirino i servizi sociali della val d’Enza relativamente ai minori. Nell’ordinanza firmata dal Gip Luca Ramponi, si legge che, oltre al sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, che è finito agli arresti domiciliari per concorso in abuso d’ufficio, sono indagati anche il direttore generale dell’Ausl di Reggio Emilia, Fausto Nicolini, che è accusato di concorso in abuso d’ufficio e l’avvocato Marco Scarpati che, invece, risponde del reato di concorso “estraneo” in abuso d’ufficio (si definisce estraneo chi concorre, ma non è pubblico ufficiale).

Scarpati è un personaggio molto noto: avvocato di diritto minorile, docente di Diritto Internazionale dell’economia e delle organizzazioni internazionali all’Università di Parma, presidente di Ecptat Italia, associazione internazionale che lotta contro lo sfruttamento sessuale dei minori e direttore dell’ufficio cooperazione di CIFA Onlus. E’ anche membro della direzione provinciale del Pd.

Insieme a loro è indagato anche direttore dello staff della comunicazione dell’Azienda Usl di Reggio Emilia Federica Gazzotti, risulta invece indagata per abuso d’ufficio.

Fausto Nicolini
Nicolini risponde di concorso in tentato abuso d’ufficio con altri quattro indagati (Federica Anghinolfi, Andrea Carletti, Nadia Campani e Nadia Bolognini). Secondo l’accusa, in un incontro fra loro avvenuto il 10 dicembre 2018 (ad eccezione della Bolognini che “veniva costantemente aggiornata”) “in violazione del nuovo codice degli appalti del 2016 e delle connesse linee guida dell’anticorruzione”, avrebbero dato “illecita prosecuzione” al servizio di psicoterapia che aveva un importo superiore a 40mila euro procurando “un ingiusto vantaggio al centro studi Hansel e Gretel”.

Secondo l’accusa si sarebbero accordati in due distinti documenti uno del 21 dicembre 2018 che aveva come preventivo di spesa 57.200 euro nel 2019 e 23.070 nel 2020 e uno del 2-3 gennaio 2019, che aveva per oggetto le medesime prestazioni, “ma con un ulteriore escamotage di spacchettare ulteriormente l’importo complessivo del servizio di psicoterapia per un periodo di sei mesi per l’importo di 28.600 euro”.

Questo, secondo gli inquirenti, “abbassando fraudolentemente il valore del servizio al di sotto della soglia che avrebbe necessitato di una procedura ad evidenza pubblica” e “compiendo atti idonei diretti in modo non equivoco a procurare un ingiusto profitto al Centro Sie Sviluppo Motivo srl consistente in un guadagno di 135 euro l’ora ad ogni seduta terapuetica (rispetto al valore mdio di mercato di 60-70 euro) con conseguente danno per le amministrazioni pubbliche (Unione Comuni val d’enza e Asl)”.

Secondo la procura non sarebbero però riusciti nell’intento “per cause indipendenti dalla loro volontà dato che i dirigenti dell’Asl (non indagati) convocati negli uffici della procura per testimoniare come persone informate sui fatti oggetto dell’imputazione” avrebbero raccontato tutto agli inquirenti.

Federica Gazzotti
Il direttore dello staff della comunicazione dell’Azienda Usl di Reggio Emilia Federica Gazzotti, risulta invece indagata per abuso d’ufficio, perche’ in occasione di un convegno che si svolse a Bibbiano a maggio del 2016 firmo’ l’affidamento di una serie di consulenze (su indicazione della responsabile dei servizi sociali Federica Anghinolfi, anche lei indagata) per circa 9.000 euro a due professionisti esterni. Mentre all’iniziativa era presente come realatrice anche una terapeuta dell’Asl di Bologna che avrebbe potuto rendere la stessa prestazione gratis, senza aggravi per l’azienda pubblica sanitaria regionale.

Marco Scarpati
Marco Scarpati, invece avrebbe ricevuto guadagni complessivi pari a circa 15.000 euro, nel 2014 e 2015, per la difesa legale dei minori in affido al servizio sociale della Val d’Enza “mediante affidamenti in contrasto con la natura occasionale degli stessi”. E, dopo l’entrata in vigore del nuovo codice degli appalti, 12.830 euro nel 2016, 18.593 nel 2017 e 27.287 nel 2018. Oltre 58mila euro, dunque, sempre per il conferimento della difesa legale dei minori in affido al servizio sociale della val d’Enza.

L’attribuzione a Scarpati (concorrente estraneo al reato di abuso d’ufficio) gli avrebbe procurato, secondo la procura, “un ingiusto vantaggio patrimoniale in violazione della normativa e delle linee guida dell’Autorità nazionale anticorruzione”. I soldi venivano liquidati “simulando l’effettuazione di una formale procedura ad evidenza pubblica per l’affidamento dell’incarico di consulente giuridico a favore del servizio sociale Val d’Enza, procedura in realtà intrisa di macroscopiche e gravissime irregolarità volte a favorire Scarpati”.

Secondo l’accusa Scarpati, concorrente estraneo al reato, avrebbe ricevuto tali somme “nella piena consapevolezza della violazione relativa al presupposto della occasionalità della sua prestazione professionale a favore dell’ente” e, successivamente all’entrata in vigore della predetta normativa e all’aggiudicazione del bando relativo al ruolo di consulente giuridico, “nella piena consapevolezza della totale illiceità non solo dell’intera procedura amministrativa, ma anche della cumulabilità economica dei due ruoli di difensore di fiducia e tecnico giuridico”.

La posizione di Scarpati è stata archiviata a fine settembre