Editoriali

Elezioni, ha vinto chi aveva il progetto migliore di città

10 giugno 2019 | 09:41
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Elezioni, ha vinto chi aveva il progetto migliore di città

Non basta la parola cambiamento per convincere i reggiani: serve anche un disegno politico alternativo valido, che sappia coinvolgere pezzi importanti di città e con candidati all’altezza

REGGIO EMILIA – Ha vinto il candidato che aveva il progetto migliore di città e le proposte più adatte a traghettare Reggio Emilia nel nuovo millennio. E’ quello che, evidentemente, pensa la maggior parte dei reggiani che è andata al voto. Luca Vecchi era già in vantaggio al primo turno e la sua vittoria, annunciata, è stata netta anche al secondo. Ha ottenuto 38mila voti, appena 2mila meno del 26 maggio ed è un ottimo risultato, visto che un elettore su due non è andato a votare al ballottaggio (cosa peraltro fisiologica nei secondi turni, visto che la nostra città segna un 49% di assentesimo, rispetto al 52% della media nazionale).

Ha perso invece un candidato che anche ieri, dopo la sconfitta, ha mostrato tutta la sua inadeguatezza a fare il sindaco di una città di 170mila abitanti, viva e dinamica come la nostra. Roberto Salati non solo non si è complimentato con l’avversario dimostrando una totale mancanza di fair play, ma ha pure evidenziato l’incapacità sua e di chi lo sostiene di fare una seria autocritica degli errori commessi quando ha detto che “i cittadini hanno perso un’occasione”. Non si è chiesto, insomma, perché i reggiani non lo hanno votato e non gli hanno dato fiducia. E di domande da farsi ce ne sarebbero parecchie.

Quando poi ha detto che fare il consigliere “è una scocciatura” ha dimostrato tutta la sua mancanza di cultura politica e di rispetto per la carica di membro della Sala del Tricolore svilendo, di fatto, il ruolo dell’istituzione e mancando di rispetto pure ai suoi futuri compagni di banco in quell’emiciclo. Infine, non contento, ha detto: “Io il sindaco lo avrei fatto gratis”. Come se fare il primo cittadino di Reggio fosse un’attività da svolgere così, in qualche ritaglio di tempo, fra gli impegni di lavoro e famigliari.

Il problema di Salati, ma anche di altri candidati sindaci di questa tornata elettorale, è che hanno insistito molto sulla parola cambiamento, ma non l’hanno saputa riempire di contenuti e declinare in modo convincente. Non basta dire che bisogna cambiare, perché a Reggio governano sempre gli stessi da 70 anni, ma bisogna anche offrire ai reggiani un progetto politico alternativo valido, che sappia coinvolgere pezzi importanti di città e con candidati all’altezza. E bisogna essere bravi perché, chi amministra attualmente la città, non ha governato male negli ultimi anni. Tutto questo, anche se sarebbe auspicabile perché l’alternanza fa bene alle democrazie, negli ultimi decenni non è mai avvenuto.

Veniamo a Vecchi. Il sindaco uscente è stato riconfermato e si troverà di fronte sfide molto impegnative per i prossimi cinque anni. Ne elenchiamo alcune. La zona stazione attende, da decenni, un risanamento e una riqualificazione che ancora non si vedono all’orizzonte, la viabilità e l’inquinamento nella nostra città sono problemi che vanno risolti, bisogna potenziare l’offerta turistica e fare sì che la stazione Mediopadana non sia solo un luogo trafficato di transito passeggeri. E ancora: il centro storico è in gravi difficoltà e nei mesi invernali è decisamente poco attrattivo, c’è il problema del ricambio dei dirigenti e della riorganizzazione della macchina comunale con la nomina, necessaria, di un direttore generale e, infine, c’è la grana del biogas di Gavassa dove il sindaco ha promesso di ascoltare i cittadini.

Insomma, i temi sul tappeto sono tanti e sono state pure tante le promesse che Vecchi ha fatto in questi mesi di campagna elettorale per risolvere questi problemi. Noi ce le ricordiamo e saremo qui per verificare se il sindaco le manterrà. Buon lavoro ai futuri consiglieri comunali e alla futura giunta.

Paolo Pergolizzi