Centinaia di reggiani al Modena Pride

2 giugno 2019 | 11:51
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Centinaia di reggiani al Modena Pride
Centinaia di reggiani al Modena Pride
Centinaia di reggiani al Modena Pride
Centinaia di reggiani al Modena Pride
Centinaia di reggiani al Modena Pride
Centinaia di reggiani al Modena Pride

la sfilata pro diritti civili, pro matrimonio egualitario e a favore della legge regionale contro l’omotransfobia hanno partecipato circa 10mila persone

REGGIO EMILIA – Centinaia di reggiani hanno partecipato al Modena Pride che si è svolto ieri nella città estense. Fra gli altri erano presenti Alberto Nicolini, presidente dell’Arcigay cittadino, il consigliere comunale uscente (riconfermato) Dario De Lucia e Fabiana Montanari che, se Vecchi dovesse vincere al ballottaggio, entrerà pure lei in consiglio comunale a Reggio. Alla sfilata pro diritti civili, pro matrimonio egualitario e a favore della legge regionale contro l’omotransfobia hanno partecipato circa 10mila persone.

Il corteo è arrivato fino al parco Novi Sad e qui, sul palco, sono saliti Dario De Lucia e la presidente di Arcigay, Fabiana Montanari e De Lucia, il consigliere incaricato di rappresentare l’amministrazione comunale reggiana che ha portato i saluti di Reggio Emilia, città in cui si è svolto, due anni fa, il primo Remilia Pride.

L’Arcigay reggiana parteciperà alle altre tappe dell’Onda Pride lungo lo stivale (aggiunte altre due date, a Treviso il 29 giugno e a Matera il 20 luglio). Nicolini sarà anche al pride di New York, il 30 giugno, in occasione del 50esimo anniversario dei moti di Stonewall.

In testa al corteo c’erano il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, appena rieletto, e altri rappresentanti delle amministrazioni di centrosinistra della provincia modenese; gli organizzatori di Arcigay, i rappresentanti di numerose associazioni del mondo Lgbt, i sindacati e altre realtà associative locali e nazionali. A portare lo striscione in testa al corteo anche i giovani cantanti Benji e Fede, idoli dei giovanissimi.

Non sono mancati cori e attacchi contro il ministro dell’Interno Matteo Salvini, bersagliato per le posizioni considerate conservative e oscurantiste sul tema dei diritti delle persone Lgbt e per la partecipazione di esponenti della Lega al contestato Congresso delle Famiglie di Verona.