Pratiche edilizie telematiche, appalto nel mirino dei Civici

15 maggio 2019 | 09:47
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Pratiche edilizie telematiche, appalto nel mirino dei Civici

Rubertelli, Giovannini e Fossa: “Il nuovo servizio sta gettando nel caos gli operatori interni ed esterni all’amministrazione”

REGGIO EMILIA – “Il nuovo servizio per l’accesso telematico delle pratiche edilizie avrebbe dovuto ridurre i tempi d’attesa per professionisti e cittadini, invece sta gettando nel caos gli operatori interni ed esterni all’amministrazione, con conseguente ingiustificata dilatazione, se non già paralisi, dell’evasione delle normali attività che ruotano intorno alle pratiche edilizie”.

Lo scrivono Cinzia Rubertelli, Giacomo Giovannini e Gabriele Fossa, di Alleanza civica, che fanno riferimento agli effetti, a loro parere negativi, della concessione del servizio di digitalizzazione e gestione dell’accesso telematico alle pratiche edilizie del Comune di Reggio Emilia. Scrivono i tre politici: “L’operatore aggiudicatario della concessione è risultato essere l’unico partecipante, ovvero il raggruppamento temporaneo d’Impresa costituito da Coopservice, Microdisegno srl e la coop sociale Mouse. La durata della concessione del servizio di accesso e digitalizzazione è di 12 anni, mentre il valore della concessione è di 2.268.000 euro. Tali costi sono sostenuti dal corrispettivo pagato dagli utenti che chiedono l’accesso alle pratiche edilizie. Il corrispettivo a carico degli utenti che si rivolgono al servizio telematico è di 77 euro cui vanno aggiunte le eventuali spese di riproduzione degli atti”.

Continuano Rubertelli, Giovannini e Fossa:”Nel caso gli utenti si rivolgessero direttamente agli uffici comunali (che ricevono su appuntamento solo il mercoledì) la tariffa è di 30 euro. Il numero medio degli accessi agli atti annuali è di 2.600 richieste. Il valore massimo stimato per la digitalizzazione documentale su richiesta e dietro pagamento di corrispettivo annuo ammonta a 472.500 euro (il 20% del valore della concessione). Il concessionario deve scansionare la totalità delle pratiche giacenti entro 4 anni ed il totale delle pratiche edilizie da digitalizzare è stimato in circa 230.000 ciascuna di dimensioni cartacee più che significative. Se i numeri e le informazioni contenute negli atti amministrativi sono corretti significa che andrebbero scannerizzate 57.500 pratiche all’anno, oltre 200 al giorno”.

Aggiungono i tre: “Politicamente rileviamo diverse criticità che hanno gettato nel caos gli operatori interni ed esterni all’Amministrazione, con conseguente ingiustificata dilatazione se non già paralisi dell’evasione delle normali attività che ruotano intorno alle pratiche edilizie (compravendite, sanatorie, aste, attività d’indagine): ci pare alquanto discutibile che un diritto di legge, come l’accesso agli atti pubblici, sia stato esternalizzato a un privato; stante la corposità di ciascuna pratica ci pare alquanto improbabile che si riesca in 4 anni a scannerizzare tutto l’archivio; le pratiche dovrebbero essere riconsegnate come ricevute e non sfascicolate come sta avvenendo: chi controlla che ciò avvenga e soprattutto che non vengano smarriti gli atti? Immaginate se una ricevuta di pagamento viene persa o se un documento viene riconsegnato non pinzato: sarebbe il caos per gli utenti; i tempi di riconsegna dei materiali prelevati per la scannerizzazione pare sia già ben oltre i termini contrattuali e regolamentari: se così fosse l’Amministrazione dovrebbe subito muovere una contestazione ai concessionari; la tariffa di 77 euro a carico degli utenti è quantomeno esorbitante e più del doppio di quella di chi riesce a rivolgersi direttamente al Comune”.

E concludono: “La soluzione alternativa era certamente il potenziamento del personale e degli strumenti dell’archivio e dell’ufficio che si occupa di sanatorie edilizie, che per altro oggi sono l’unica vera fonte di entrate per il Comune. Si è ancora in tempo per porre dei correttivi: bisogna farlo d’urgenza per dare risposte chiare ed in tempi certi ai cittadini e agli operatori di settore, specie nel momento in cui il mercato edilizio è concentrato sul riuso e non può essere paralizzato da scelte politiche illogiche”.