Editoriale

La Repubblica dei selfie

6 maggio 2019 | 21:45
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La Repubblica dei selfie

Non approviamo i linciaggi social. Lo scatto con Salvini del povero ristoratore delle Terme del Colesterolo è solo figlio dei tempi: la politica, purtroppo, non c’entra nulla

REGGIO EMILIA – C’è qualcosa di tragico e di comico (non ce ne voglia, ma spesso i due generi si mischiano) nella vicenda del “Cocco”, il povero esercente delle Terme del Colesterolo che prima si fa ritrarre mentre scatta un selfie con Salvini, nel giorno della sua venuta a Reggio, e poi, subissato di polemiche e timoroso di perdere clienti, toglie l’immagine dalla sua pagina e si lancia in un post di scuse imbarazzanti.

Allo spavaldo esercente va tutta la nostra simpatia, perché i linciaggi social non ci sono mai piaciuti e perché, in fin dei conti, è solo la vittima inconsapevole di un fenomeno che sta contagiando una moltitudine di italiani. Salvini, nell’immaginario collettivo di tanti, prima ancora di essere un leader leghista, vicepremier e uomo di destra, è un uomo di potere e famoso. Nell’immaginario collettivo il “capitano”, come lo chiamano i suoi supporter, è visto alla pari di un calciatore celebre o di una velina molto attraente (i due soggetti spesso si accompagnano, non a caso).

La foto con Belen o Ronaldo, c’è da scommetterci, sarebbe stata altrettanto agognata di quella con Matteo Salvini. Condividere un momento di celebrità con la star, per far finta di essere come lui, di elevarsi alla sua altezza (si fa per dire), non ha nulla a che vedere con la fede politica ma, piuttosto, con la civiltà dell’apparire, dell’immagine. Faccio selfie con la persona famosa e quindi, in qualche modo, vivo il riflesso della sua celebrità.

Ecco, il selfie del povero oste dispensatore di colesterolo è il parto di quella cultura lì. Inutile prendersela con il ristoratore sotto Broletto. E’ solo il figlio dello spirito dei tempi. Cinque anni fa, magari, avrebbe sorriso su Facebook insieme a Matteo Renzi. Oggi, invece, lo fa con un altro Matteo. Oggi come allora, purtroppo, la politica non c’entra nulla.