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Iren, i Civici: “Tassa iniqua sugli idranti”

15 maggio 2019 | 18:29
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Iren, i Civici: “Tassa iniqua sugli idranti”

Alleanza civica: “Balzello contra legem su impianti antincendio”

REGGIO EMILIA – Un aggravio di costi ingiustificato applicato da Iren a cittadini e imprese. E’ quello denunciato sugli impianti antincendio da Cinzia Rubertelli, candidato a sindaco di Reggio Emilia della lista Allenza civica, nell’ottica di un’azione “non con grandi proclami, ma risolvendo ogni giorno e tutti i giorni i problemi veri della gente”.

Come spiega Rubertelli insieme ai candidati al Consiglio comunale Gabriele Fossa e Giacomo Giovannini, tutto nasce dalla delibera varata dal Consiglio locale di Atersir (in cui siedono tutti i sindaci del territorio,ndr) che ha emanato le nuove tariffe del servizio idrico integrato gestito dalla multiutility Iren. Tra queste anche quelle relative alle cosiddette “bocche antincendio”, vale a dire l’acqua impiegata in caso di emergenza dagli idranti presenti nelle aziende e nei condomini piu’ grandi.

A determinare l’imposizione sugli utenti e’ pero’ un metodo di calcolo ritenuto scorretto e viziato. L’algoritmo utilizzato, infatti, moltiplica il numero degli idranti presenti per la loro capacita’ di portata (determinata dalla dimensione del tubo) e applica la tassa sul consumo di acqua cosi’ individuato. Il risultato? Bollette stellari che possono arrivare anche a 2.300 euro. Peccato, sottolinea Gabriele Fossa (che sa di che parla perche’ di impianti antincendio se ne occupa da 40 anni) “che la normativa Uni 10779, che regolamenta le prestazioni degli idranti, preveda che quelli in funzione contempoaraneamente possano essere al massimo tre”.

In sostanza, viene quindi spiegato, anche per chi possiede 10 impianti l’imponibile dovrebbe essere solo su tre. Non e’ tutto. Sui costi degli utenti pesa anche una “autopompa” utilizzata dai Vigili del fuoco in caso di incendio. Dispositivo che tuttavia “non preleva acqua dalla rete, bensi’ la immette”.

Infine, sugli idranti, “a Modena – viene sottolineato – viene applicato un diverso criterio e i costi dovuti al gestore Hera sono al massimo di 143 euro”. Alleanza civica dunque, si attivera’ fin da ora con Atersir affinche’ l’ente riveda la propria delibera applicando la valutazione del canone in ragione dell’effettiva portata dell’impianto. “Ma verificheremo anche le altre tariffe per accertare che non ci siano ulteriori casi di irregolarita’”.

Nel frattempo, dice Rubertelli, “invitiamo le associazioni di categoria e gli amministratori condominiali a chiedere ad Iren la revisione del calcolo dei consumi, cosi’ come previsto dalla stessa delibera di Atersir”. Si rileva pero’ “un’opacita’ e una mancanza di trasparenza inaccettabili, perche’ pur essendo un’azienda quotata in borsa con al suo interno soggetti privati, Iren eroga un servizio pubblico”. La responsabilita’ secondo Rubertelli, Fossa e Giovannini, ricade infine anche sulla politica “che detta gli indirizzi all’azienda e riceve parte dei suoi utili”.