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Famiglia Cristiana a Salvini: “Ecco il sovranismo feticista”

19 maggio 2019 | 19:11
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Famiglia Cristiana a Salvini: “Ecco il sovranismo feticista”

“Rosari e crocifissi sono usati come segni dal valore politico, ma in maniera inversa rispetto al passato: se prima si dava a Dio quel che invece sarebbe stato bene restasse nelle mani di Cesare, adesso è Cesare a impugnare e brandire quello che è di Dio”. Il Vaticano: Il Vaticano: “Dio è di tutti, pericoloso invocarlo per sé”. Il vicepremier replica: “Sono credente, mio dovere è salvare vite”

REGGIO EMILIA – Attacco di Famiglia Cristiana al vicepremier Matteo Salvini dopo quello del direttore della Civiltà cattolica Antonio Spataro. “Il rosario brandito da Salvini e i fischi della folla a papa Francesco, ecco il sovranismo feticista”. Questo il titolo dell’editoriale di Famiglia Cristiana sulla manifestazione di ieri a Milano dove – si legge – “è andato in scena l’ennesimo esempio di strumentalizzazione religiosa per giustificare la violazione sistematica nel nostro Paese dei diritti umani. Mentre il capopolo della Lega esibiva il Vangelo un’altra nave carica di vite umane veniva respinta e le Nazioni Unite ci condannavano per il decreto sicurezza”.

“Io credo che la politica partitica divida, Dio invece è di tutti. Invocare Dio per se stessi è sempre molto pericoloso”, dice il segretario di stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, a margine della Festa dei Popoli a San Giovanni in Laterano, dove ha celebrato la messa lanciando un monito contro l’indifferenza. La Festa è stata partecipata da tanti gruppi delle varie comunità immigrate della Capitale.

“Rosari e crocifissi sono usati come segni dal valore politico, ma in maniera inversa rispetto al passato: se prima si dava a Dio quel che invece sarebbe stato bene restasse nelle mani di Cesare, adesso è Cesare a impugnare e brandire quello che è di Dio”. Lo scrive sul suo profilo Facebook, padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica all’indomani della manifestazione dei sovranisti in cui Matteo Salvini ha chiuso il suo intervento stringendo nelle mani un rosario.

In un secondo post il direttore della rivista dei Gesuiti ricorda di “non nominare il nome di Dio invano” per “i propri scopi”. “La coscienza critica e il discernimento – sottolinea – dovrebbe aiutare a capire che non è un comizio politico il luogo per fare litanie (e in nome di valori che col Vangelo di Gesù nulla hanno a che fare). Ciascuno può valutare le intenzioni e farsi la propria opinione. Tuttavia – prosegue – è chiaro che l’identitarismo nazionalista e sovranista ha bisogno di fondarsi anche sulla religione per imporsi. Ha trovato questa carta della strumentalizzazione religiosa (in Italia come altrove nel mondo, sia chiaro: non siamo originali in questo!) come adatta e la usa. La coscienza cristiana, a mio avviso, dovrebbe sussultare con sdegno e umiliazione nel vedersi così mercanteggiata e blandita. Si facciano i propri discorsi, ma davanti a Dio bisogna togliersi i sandali”.

Il ministro dell’Interno Salvini non viene mai nominato ma sembra che il riferimento di padre Spadaro sia a lui.

Salvini: “L’Europa che nega le proprie radici non ha futuro”
Non tarda la replica del ministro dell’Interno. “L’Europa che nega le proprie radici non ha futuro. Io sono credente, mio dovere è salvare vite e svegliare coscienze. Il confronto con le altre culture è possibile solo riscoprendo la nostra storia e riscoprendo i nostri valori, come peraltro detto negli ultimi decenni da tutti i Santi Padri. Sono orgoglioso di testimoniare, con azioni concrete e con gesti simbolici, la mia volontà di un’Italia più sicura e accogliente, ma nel rispetto di limiti e regole”. Lo dice Matteo Salvini, dopo quanto scritto da padre Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica.

“Frati, suore, missionari, vescovi, cardinali mi scrivono dicendo: mi raccomando Salvini tenete duro”. Lo ha confidato ai giornalisti il ministro dell’Interno, Matteo Salvini sottolineando che “i cattivi sono quelli che vogliono accogliere tutti e poi li lasciano dormire in stazione e andare in giro a spacciare”. “Ho il telefonino zeppo di messaggi, ovviamente riservati, – ha ricordato – che finiscono tutti con la stessa frase: ‘Matteo non dirlo’. Sono – ha ribadito – frati, suore, missionari, vescovi, cardinali che mi scrivono. ‘Mi raccomando Salvini tenete duro’ e poi aggiungono di non dirlo in giro. Alla faccia della democrazia”.