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Caso Siri, inchiesta su stabile a Bresso. La Lega: “Conte non più arbitro”

6 maggio 2019 | 21:57
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Caso Siri, inchiesta su stabile a Bresso. La Lega: “Conte non più arbitro”

Indagine a Milano nei confronti del sottosegretario per la palazzina acquistata con un mutuo contratto con una banca di San Marino. Di Maio: “Va rimosso”. Romeo (Lega): “Il premier è sbilanciato su M5s”. La replica: “Ho accettato di fare il presidente del Consiglio non l’arbitro”. Salvini: “Contestano mutuo? E’ reato di tutti gli italiani”

REGGIO EMILIA – Mentre emerge un nuovo caso che lambisce il sottosegretario leghista Armando Siri a due giorni dal Consiglio dei ministri nel quale si dovrebbe discutere delle sue dimissioni è scontro aperto tra Movimento Cinque stelle e Lega sulla vicenda.

L’indagine sulla palazzina
La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta, al momento senza ipotesi di reato né indagati, sul caso dell’acquisto da parte del sottosegretario Armando Siri di una palazzina a Bresso, nel Milanese, attraverso un mutuo di 585mila euro acceso con una banca di San Marino.

Pressing M5s ma Lega lo blinda
“La cosa più importante è rimuovere questo sottosegretario che getta ombre sul governo”, dice Luigi Di Maio intervistato dal Gr1.

“Vado in Consiglio dei ministri assolutamente tranquillo”, afferma Salvini ai cronisti. “Sto aggiornando l’agenda su immigrazione e mafia, di questo mi occupo. Dopo mercoledì vengono giovedì, venerdì e sabato e per me non è un problema, continuo a ritenere che in un Paese civile i processi si fanno in tribunale e se uno è colpevole si viene condannati da un giudice, non da un giornale”.

“Non credo che questo succederà. No assolutamente”, dice Claudio Durigon, parlamentare della Lega e sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ad Agorà Rai Tre alla domanda se Salvini chiamerà Siri per farlo dimettere. “Noi siamo di più, però mi auguro che su questo potremo avere la compattezza che abbiamo sempre avuto”, dice Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia, a proposito del possibile approdo del caso Siri in Consiglio dei ministri. “La questione è chiara – ha aggiunto, intervistato dall’emittente Rtv38 – nessuna colpevolizzazione da parte di nessuno. Salvini ha parlato di ‘abbandonare’ le persone in corsa: ma Siri va a fare il senatore, non è che si ritrova in mezzo alla strada”. “Ora è emerso da questa inchiesta che tra l’altro il sottosegretario Siri ha presentato un emendamento che doveva favorire proprio l’imprenditore che a quanto pare gli avrebbe chiesto di presentarlo”, ha detto Bonafede, secondo il quale quindi “noi diciamo, togliamo l’ombra sull’attività del governo, e chiediamo al sottosegretario Siri di dimettersi. Dopo di che non ci sono state queste dimensioni, e il presidente del Consiglio ha già detto che al Consiglio dei ministri proporrà la revoca delle deleghe”.

“Siamo esterrefatti” per le parole del premier sul caso Siri: “Si è definito ‘avvocato del popolo’ e come avvocato dovrebbe essere garantista o quantomeno avrebbe dovuto aspettare che Siri parlasse con i magistrati”. Lo dice il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo a Ilfattoquotidiano.it. “Speravamo che Conte prendesse una posizione più di mediazione. Invece sembra si sia sbilanciato in maniera abbastanza chiara dalla parte del M5s, perdendo il ruolo da arbitro che lo aveva contraddistinto con grande capacità nel primo anno di governo”.

“Non ho mai accettato di fare l’arbitro ma di fare il premier”, replica il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, convinto che sarà trovata una soluzione mercoledì mattina. “Al Consiglio dei Ministri – ha sottolineato – non andremo alla conta”

In particolare, sull’inchiesta relativa all”acquisto di una palazzina da parte di Siri, Salvini si dice “assolutamente tranquillo”. “Possono aprire tutte le inchieste che vogliono – afferma -. Se a Siri viene contestato di avere un mutuo, è un reato che stanno compiendo alcuni milioni di italiani che pagano la rata del mutuo”.