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Padovani (Lega): “La Bolkestein va cambiata per tutelare i nostri stabilimenti”

16 maggio 2019 | 18:01
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Padovani (Lega): “La Bolkestein va cambiata per tutelare i nostri stabilimenti”

Il candidato leghista all’Europarlamento ha incontrato il numero uno di Asshotel nazionale, Filippo Donati: “La mia priorità al Parlamento europeo sarà tutelare gli interessi degli imprenditori e del turismo in Romagna”

REGGIO EMILIA – “Da romagnolo doc, legatissimo al mio territorio, non potrò che battermi al Parlamento europeo per tutelare gli interessi degli imprenditori e del turismo in Romagna. E’ una delle priorità della mia agenda dei lavori”. Non una promessa, ma un’impegno concreto, quello che il candidato leghista all’Europarlamento, Gabriele Padovani, ha preso ieri col numero uno nazionale di Assohotel Confesercenti, Filippo Donati.

Nel mirino dell’eurocandidato leghista la direttiva Bolkestein, “il cui obiettivo, che sarebbe quello stabilire la parità di tutte le imprese e i professionisti nell’accesso ai mercati dell’Unione Europea, in realtà sta facendo torcere il naso agli imprenditori balneari”.

Approvata nel 2006, quando la Commissione Europea era guidata da Romano Prodi, la direttiva Bolkestein è stata il frutto di lunghe e difficili trattative e il risultato finale ha lasciato molti insoddisfatti. “Soprattutto in Italia – spiega Padovani – la direttiva è accusata di riguardare una serie di ambiti troppo ampia. In particolare, in relazione alle concessioni balneari che la direttiva vorrebbe venissero messi a gara, per di più con visibilità internazionale”.

“A mio parere questi ambiti specifici andrebbero lasciati dall’Ue alla gestione dai singoli Paesi nei modi che preferiscono, stabilendo criteri e modalità per l’affidamento delle concessioni che tengano in considerazione oltre alla presunta tutela degli investimenti anche la valorizzazione delle professionalità acquisite. Il rischio concreto e attuale, infatti, è che le nostre spiagge e i nostri stabilimenti balneari possano finire in mani straniere, con tutto quel che ne potrebbe discendere a discapito della tutela del marchio “made in Italy” e dell’intera industria del turismo italiano” conclude il candidato leghista.