Spagna al voto, affluenza record: +9% rispetto al 2016

28 aprile 2019 | 18:50
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Spagna al voto, affluenza record: +9% rispetto al 2016

Si elegge il Parlamento. I socialisti favoriti, anche se non per una maggioranza assoluta. Sanchez vota: “Sia un messaggio di stabilità”

REGGIO EMILIA – Boom di affluenza alle elezioni in Spagna: alle 18 ha già votato il 60,7% degli aventi diritto, oltre nove punti percentuali in più rispetto alle ultime elezioni del giugno 2016. Lo riferisce il ministero dell’Interno spagnolo. Sono 36.893.976 gli elettori chiamati ad eleggere 350 deputati e 208 senatori. L’ultimo rinnovo delle ‘Cortes Generales’, il parlamento spagnolo, risale al 26 giugno 2016. Con il voto di oggi la Spagna dà il via alla sua 13ma legislatura in 42 anni di storia democratica.

Stando agli osservatori, l’esito delle urne porterà a due blocchi, quello guidato dal socialista Pedro Sanchez (favorito, ma non al punto di poter fare da solo) e quello capitanato dal leader del Partido popular Pablo Casado, che in extremis ha aperto anche all’ultradestra di Vox, il partito di Santiago Abscal il cui ingresso in Parlamento è dato per scontato dai sondaggi: era dal 1982 che i rappresentanti dell’estrema destra vi mancavano. Il rebus alleanze a destra contempla poi anche Ciudadanos, partito nato per contrastare formazioni indipendentiste e secessioniste, in particolare in Catalogna, e adesso presentato come una forza liberale dal suo leader Alber Rivera, che non disdegna un ruolo in un eventuale esecutivo di centrodestra.

“Spero in una giornata (elettorale) che apra le porte aperte al futuro”, ha detto il premier spagnolo e leader socialista Pedro Sanchez dopo aver votato. Sanchez ha quindi sottolineato il suo auspicio “che gli spagnoli mandino un messaggio chiaro di quattro anni di stabilità”. Un auspicio che ha ripetuto anche in inglese rispondendo ad una giornalista straniera che gli chiedeva quale fosse il suo messaggio per l’Europa e ricordando l’europeismo della Spagna. Sanchez, che ha votato presso il seggio di Pozuelo de Alcaron, una località di Madrid, a circa mezz’ora dall’inizio delle operazioni di voto per il rinnovo de le ‘Cortes Generales’ (il parlamento in Spagna), in cui spera per una conferma elettorale che lo tenga alla Moncloa.

Il leader socialista aveva assunto la guida del governo meno di un anno fa dopo la caduta dell’esecutivo guidato da Mariano Rajoy del Partido Popular. I sondaggi lo danno come favorito: stando alla gran parte dei rilevamenti il Psoe dovrebbe emergere dalle urne come il primo partito ma è anche poco probabile che ottenga comunque i numeri necessari per governare da solo (ovvero la maggioranza di 176 preferenze al Congresso).

Spera nell’affluenza Pedro Iglesias, il leader della formazione di sinistra spagnola Unidas-Podemos che ha espresso il suo voto presso un seggio nella località Galapagar di Madrid dove risiede. “Bisogna aspettare che gli spagnoli si esprimano ma spero che la partecipazione sia alta”, ha detto Iglesias la cui formazione politica è data come possibile alleata di governo dei socialisti dopo che il leader del Psoe. Pedro Sanchez, nei giorni scorsi ha chiaramente dichiarato che “nulla osta” a questo tipo di sviluppo. “La mia sensazione – ha continuato Iglesias dopo il voto – è che in Spagna ci sia una maggioranza progressista che deve esprimersi”.

E’ Albert Rivera, leader dei liberali di ‘Ciudadanos’, il terzo tra i principali candidati a votare questa mattina. Rivera ha votato presso un seggio a Barcellona lanciando un appello alla partecipazione: “Si può cambiare era, verso una Spagna pluralista ma forte e unita”, ha detto. Rivera ha parlato con i giornalisti in spagnolo castigliano, in catalano e in inglese.