Mafie |
Cronaca
/

Pagliani, nuovo processo per riascoltare i testimoni

10 aprile 2019 | 09:09
Share0
Pagliani, nuovo processo per riascoltare i testimoni

Nelle 250 pagine del documento anche gli “ermellini” confermano l’esistenza della cosiddetta “locale emiliana”, con epicentro a Reggio Emilia, che aveva autonomia piena su usura, estorsioni, minacce

REGGIO EMILIA – Ribaltando la sentenza di primo grado, la corte d’Appello aveva condannato Giuseppe Pagliani a 4 anni per l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Per dimostrare che il politico (ex capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale e provinciale di Reggio Emilia coinvolto nell’inchiesta Aemilia e giudicato con rito abbreviato a Bologna) avesse stretto un patto politico con la cosca di ‘ndrangheta che operava sul territorio reggiano legata alla famiglia Grande Aracri di Cutro, i giudici avevano proceduto anche ad una rilettura delle dichiarazioni rese in primo grado da una decina di testimoni.

Ma “la rivisitazione di questi contributi dichiarativi avrebbe reso necessaria la riassunzione dei dichiaranti, con rinnovazione dell’istruttoria”. Queste persone, in sostanza, avrebbero quindi dovuto essere riascoltate. Per questo motivo Pagliani dovra’ ora affrontare un nuovo processo d’appello. E’ quanto si legge nelle motivazioni della sentenza emessa il 24 ottobre 2018 dalla Corte di Cassazione con la quale i giudici hanno confermato le condanne per 40 dei 46 imputati che avevano fatto ricorso contro il pronunciamento d’appello del settembre 2017.

Nelle 250 pagine del documento anche gli “ermellini” confermano l’esistenza della cosiddetta “locale emiliana”, con epicentro a Reggio Emilia, che aveva autonomia piena su usura, estorsioni, minacce. Il boss Nicolino Grande Aracri, si legge infatti, “doveva essere tenuto informato esclusivamente delle questioni di rilevanza strategica per la sopravvivenza del gruppo” e a lui doveva essere destinata una parte degli introiti del sodalizio, il cosiddetto “fiore”.