Codeluppi (Rec): “Basta voto utile, serve una sinistra vera per Reggio”

8 aprile 2019 | 14:55
Share0
Codeluppi (Rec): “Basta voto utile, serve una sinistra vera per Reggio”

Intervista al candidato sindaco di Reggio Emilia in Comune insieme alla co-presidente Flora De Carlo: “Acqua e ciclo dei rifiuti devono tornare a essere gestiti in house. Sull’ambiente ci sono delle convergenze con il M5S. Votarli al ballottaggio? Deciderà la nostra assemblea”

REGGIO EMILIA – “Basta voto utile, serve una sinistra vera per Reggio. Noi siamo per un pubblico forte. Ci ispiriamo al municipalismo storico. Acqua e ciclo dei rifiuti devono tornare a essere gestiti in house”. E ancora: “Sull’ambiente ci sono delle convergenze con il M5S, perché è lo stato attuale delle cose che ce lo impone. Però non ci fidiamo troppo. Votarli se andranno al ballottaggio? Deciderà la nostra assemblea”.

Daniele Codeluppi, candidato sindaco di Reggio Emilia in Comune, la lista di sinistra che mette insieme Rifondazione, Potere al popolo, Potere operaio, Sinistra italiana e Aq16, si è fatto intervistare da Reggio Sera accompagnato dalla sua co-presidente, Flora De Carlo (nella foto con lui). Ci dicono: “Gli appartamenti sfitti di via Turri e via Paradisi vanno comprati da parte del Comune”. E aggiungono: “Si dovrebbe mettere un tetto alle grandi catene commeciali, perché stiamo trasformando piazza Prampolini e la via Emilia in una copia de I Petali”. Infine una previsione in vista delle elezioni: “Noi miriamo al 10 per cento”.

Cosa farà, se sarà eletto, nei suoi primi cento giorni. Quali saranno le sue priorità?
Si deve creare un feeling con la macchina comunale. Io inizierei spiegando ai dipendenti comunali il nuovo corso. Partirei dai beni comuni. Per quel che riguarda l’acqua, per esempio, si era promessa la costituzione di una società totalmente pubblica, in house, come le Farmacie comunali, ma si è fatto dietrofront e il referendum dei cittadini è stato tradito. Siamo in deroga dell’affido Iren, oramai, da anni. Poi, per quanto riguarda il blocco del traffico e l’inquinamento, andremo a verificare la possibilità di fare trasporti gratuiti quando vengono emanate le allerte di blocco del traffico. Non siamo d’accordo, inoltre, sul fatto che si continuino a cedere azioni di Iren, perché così perderemo il nostro ruolo nel processo decisionale a favore di altre città. Noi siamo per un pubblico forte nel nostro programma. Ci ispiriamo al municipalismo storico. Acqua e ciclo dei rifiuti debbano tornare a essere gestiti in house. Poi agiremo sull’impianto a biogas di Gavassa.

Sa che, fino a qui, il suo programma è molto simile a quello dei grillini?
Sull’ambiente ci sono delle convergenze, perché è lo stato attuale delle cose che ce le impone. Però non ci fidiamo troppo, perché a Taranto i Cinque Stelle, contro l’Ilva, ebbero un grosso consenso, ma ora si sono dimessi tutti.

Li votereste se andassero al ballottaggio?
Noi, su questo, avremo un dibattito interno. Dipende da quando prendiamo noi, perché, se siamo irrilevanti, anche il dibattito diventa tale. Su un’eventualità di questo tipo lasceremo la parola all’assemblea. Apriremo il dibattito fra fine aprile e i primi di maggio.

Cosa pensa di fare, invece, per quel che riguarda la sicurezza a Reggio, soprattutto in zona stazione?
La sicurezza, per noi, è strettamente correlata al tema economico. E’ un dato sociologico. Dove c’è povertà, storicamente, aumenta la percentuale delle persone che vivono di espedienti. Io distinguerei la microcriminalità dalla criminalità organizzata, anche se questa, poi, attinge spesso alla manodopera dei ceti più poveri. Il decreto sicurezza di Salvini, poi, ha peggiorato le cose. Serve il Welfare per risolvere il problema.

Ovvero?
Parliamo di via Turri che viene definita la Scampia di Reggio, anche se le forze dell’ordine ci dicono che i reati sono in calo. Da una parte bisogna migliorare la percezione della sicurezza, attivando festival, iniziative varie e partecipazione in quella zona e facendo scendere la gente in piazza. E poi noi pensiamo che ci sia una problema casa a Reggio. Gli appartamenti sfitti di via Turri e via Paradisi vanno comprati da parte del Comune, dato che costano poco, e vanno riqualificati quegli edifici a livello di servizi e di efficienza energetica. Poi vanno dati in gestione ad Acer che li darà a chi ne ha bisogno. Infine bisogna potenziare i servizi sociali per assorbire quella fascia di popolazione più esposta a comportamenti devianti. La risposta della destra, con le forze dell’ordine e la videosorveglianza, è ampiamente in campo. Adesso riapre l’ufficio della polizia ed è in progetto la nuova sede dei vigili urbani. Ma stiamo scoprendo che non tutto è risolvibile con le forze dell’ordine, anche perché vediamo che in zona ci sono, ma che la criminalità continua.

Passiamo al problema della casa. Recentemente lei ha detto che il piano Fenulli del Comune non dà risposte. Fra l’altro ha trovato, sulla sua stessa lunghezza d’onda, anche il suo avversario Salati su questo tema. Come mai?
E’ vero Bisogna scoprire chi è che mente. Quello è un piano fatto in più stralci ed è nato in un contesto pre-crisi. Ad oggi siamo d’accordo con Salati dato che, numeri alla mano, è dimezzato il numero di offerta di alloggi popolari. Oggi quell’offerta non è sufficiente, perché ci sono ottocento persone in lista di attesa nelle graduatorie, con i dati del Vimininale che parlano di 370 sfratti eseguiti con ufficiale giudiziario nella nostra città. Davanti a questi numeri serve un importante investimento sul welfare legato al diritto alla casa. Poi in via Turri e in via Paradisi abbiamo centinai di distacchi delle utenze. Bisogna agire su questo. Lì, fra l’altro, c’è il problema della sicurezza. Il distacco del gas produce condomini pieni di bombole. Sa cosa vuol dire un palazzo di quel tipo pieno di bomble del gas? Ci sono esperienze anche in Europa, come quelle di Barcellona, dove la sindaca ha investito e ha comprato tanti appartamenti. Ha fondato un’agenzia dell’energia comunale in cui le famiglie hanno potuto acquistarla a un prezzo migliore di quello di mercato. In Catalogna è illegale il distacco delle utenze.

Centro storico. Quali sono le vostre proposte per rivitalizzarlo?
La logica che sta venendo avanti, quella del centro commerciale naturale, sta espellendo l’economia di prossimità a scapito delle grandi catene. I negozi chiudono in centro. Bisogna fare in modo che, chi affitta, abbassi i prezzi. Non avremmo questa moria di attività. Si dovrebbe mettere un tetto alle grandi catene commeciali, perché stiamo trasformando piazza Prampolini e la via Emilia in una copia de I Petali. Dobbiamo favorire le piccole botteghe.

Si può mettere un tetto alle grandi catene commerciali?
Perché no? Si può fare. E poi le piccole attività di prossimità e le piccole botteghe, che stanno chiudendo, possono essere aiutate dal Comune dando benefici fiscali a chi abbassa i prezzi degli affitti. Sulla mobilità, poi, noi pensiamo che vada pedonalizzato il centro storico. Se un’offerta commerciale è appetibile la gente va: non c’è bisogno di parcheggiare a due passi.

L’economia sta rallentando anche in Emilia e a Reggio che pure sono due locomotive del Paese. Cosa pensate di fare in questo settore? Cosa pensa del Parco innovazione in cui, nei giorni scorsi, è stato inaugurato il Capannone 18?
Quello delle Reggiane era diventato un ghetto e quella cosa lì andava risolta. Il Comune ha scelto la strada del Parco innovazione. Ci sono sette aziende ora lì dentro. Non siamo contrari a una cosa del genere. Il problema è come viene gestita in quel contesto. Sono molto avvelenati quelli del Cres (Comitato Reggio Emilia sicura) con Stu Reggiane. Sicuramente se la sono vista lontana, perché è stata fatta una cosa positiva, ma non la vedono come una ricaduta positiva nei quartieri circostanti. Il livello di occupazione a Reggio è buono, ma bisogna considerare che, anche nella nostra città, tanta gente lavora per essere povera. Una amministrazione deve andare a redistribuire ricchezza.

Dite che vi trovate a lottare contro la retorica del voto utile, che è il primo deterrente al progresso sociale e al cambiamento e che Reggio Emilia in Comune è l’alternativa. Perché?
Il voto utile è una logica che si è seguita sempre nelle ultime elezioni e noi siamo al punto che, con questo ragionamento, la vera sinistra non esiste più dato che, quello che oggi viene definito centrosinistra, rincorre la destra. La logica di andare a votare il Pd o i Cinque stelle ti porta ad annullare determinati tipi di linee e di approcci politici che si vanno a mimetizzare in contesti più grandi. Diamo un’alternativa e un cambiamento. Se tutte le persone che si dicono di sinistra votassero una lista di sinistra, come la nostra, potrebbero favorire un cambiamento. E invece chiedono a noi di spostarci a destra.

Per converso c’è chi vi può accusare di togliere voti a Vecchi, in questo modo e, magari, favorire i Cinque stelle. Non è così?
E’ un dibattito aperto. C’è fra noi chi lo auspica e che vuole che la storia faccia il suo corso. Il Pd è un partito che passa da un segretario all’altro senza un minimo dibattito. Di fatto oggi non c’è un portatore della tradizione di Reggio e della sua storicità. Antifascismo, democrazia e partecipazione li porta chi li fa e non chi li pronuncia.

Lei è stato condannato a 5 mesi e 10 giorni, in primo grado (pena sospesa) per il ferimento di un agente durante un corteo il 25 aprile del 2014 durante un comizio di Salvini. Ha detto che per lei quella è una medaglia al merito. Conferma?
Voglio sottolineare, innanzitutto, che questo è un procedimento in corso e che, per candidarmi, devo produrre la fedina penale pulita. E la mia lo è. Voglio precisare che è non è una medaglia il fatto di aver fatto male a un poliziotto, seppur involontariamente, cosa che mi dispiace molto, ma il fatto di aver contestato Salvini. E avevamo ragione perché avevamo capito che Salvini avrebbe portato l’Italia e l’Europa a una guerra fra poveri. Che avrebbe fatto una guerra sull’odio per fare esplodere i probemi e incassare consensi.

A che percentuale vuole arrivare Reggio Emilia in Comune?
Noi miriamo al 10 per cento.