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Casa, Codeluppi: “Piano Fenulli non dà risposte”

3 aprile 2019 | 09:04
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Casa, Codeluppi: “Piano Fenulli non dà risposte”

Il candidato sindaco di Rec: “Alloggi dimezzati, ma in 800 attendono una casa”. Salati: “Assurdo completare oggi il progetto di edilizia popolare di via Compagnoni approvato nel 2002”

REGGIO EMILIA – Fuoco incrociato di due candidati a sindaco sul progetto di riqualificazione del quartiere Compagnoni Fenulli, il cui ultimo stralcio sara’ terminato a maggio 2020 dopo 18 anni dalla pianificazione degli interventi. Numeri alla mano Daniele Codeluppi, in corsa da primo cittadino con la lista “Reggio Emilia in Comune” sostiene che “l’operazione, concepita in tempi pre-crisi, nasconda in verita’ l’intenzione di una drastica dismissione dell’offerta di edilizia popolare pubblica”.

Il progetto storico del quartiere popolare, infatti “prevedeva 538 alloggi di cui 490 pubblici suddivisi in 34 fabbricati. Oggi a progetto quasi completato si riduce a 266 alloggi pubblici destinati a social housing e altri 40 alloggi Erp in fase di costruzione, il tutto suddiviso in complessivi 19 fabbricati”. Di fatto, osserva Codeluppi, “piu’ o meno il quartiere perde la meta’ degli alloggi in un quadro storico differente da quello del 2002, anno in cui fu pianificato questo intervento di riqualificazione”. Dunque, “pur apprezzando la scelta di costruire i nuovi edifici con elevati parametri di efficienza energetica, questo risulta un piano che non fa i conti con la forte tensione abitativa del nostro Comune”.

Il cadidato di “Rec”, a questo proposito, sottolinea: “Nonostante si sia costruito troppo e male in questi ultimi vent’anni, ad oggi sono circa 800 le persone in lista di attesa per una casa popolare e solo nel 2017 il Viminale (ultimi rilevamenti reperibili) censiva 334 sfratti eseguiti con ufficiale giudiziario”. Pertanto, prosegue Codeluppi, “reputiamo insufficiente il piano Compagnoni-Fenulli, come del resto reputiamo debole l’approccio generale del Comune sulla tematica abitativa cittadina, perche’ la politica di social-housing, ovvero l’intervento di calmieramento dei prezzi con fondi pubblici immessi nel mercato immobiliare non fa altro che confermare una visione ormai inefficace e dannosa in cui l’unico attore di trasformazione urbana e’ il costruttore privato che ha come unico fine il business”. Insomma “la soluzione non e’ costruire dei nuovi palazzi, ma piuttosto preferire il recupero del patrimonio immobiliare gia’ presente sul territorio”.

Sulla stessa linea il candidato sindaco della coalizione di centrodestra Roberto Salati: “Assurdo completare oggi il progetto di edilizia popolare di via Compagnoni approvato nel 2002. In 17 anni solo una riqualificazione e nessun alloggio in piu’ da destinare ai tanti bisognosi in lista d’attesa”. Per rispondere a questa urgenza “servono nuovi investimenti in case popolari, anche acquistando dell’esistente a basso prezzo e ristrutturandolo”. L’acquisto “di appartamenti sul libero mercato in alcuni quartieri della citta’ e’ la risposta piu’ immediata per dare risposte concrete”, aggiunge Salati.