Via Turri, ecco il piano contro chi occupa alloggi vuoti

11 marzo 2019 | 19:03
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Via Turri, ecco il piano contro chi occupa alloggi vuoti

Stanziati 5mila euro per murare immobili sfitti e sanzioni contro chi non lo fa

REGGIO EMILIA – Scatta l’ufficialita’ per il piano del Comune di Reggio Emilia contro le occupazioni abusive degli appartamenti sfitti della zona della stazione e le cantine dei condomini. Gli accessi agli immobili vanno murati e, se non saranno i proprietari a farlo (o non lo hanno fatto a dovere), ci pensera’ l’amministrazione. La misura era stata annunciata dal sindaco Luca Vecchi lo scorso dicembre, dopo i due incendi scoppiati in pochi giorni nei palazzi di via Turri ai numeri civici 33 – in cui sono decedute due persone – e 35.

Ora il provvedimento diventa “operativo” con una delibera licenziata il 7 marzo dalla giunta comunale. “Dai sopralluoghi – si legge nell’atto – e’ emerso un degrado ambientale, aggravato dal totale stato di abbandono di alcuni alloggi e pertinenze, con conseguente peggioramento della sicurezza dei restanti ambienti e degli occupanti, nonche’ della sicurezza urbana dell’intero quartiere della storica stazione cittadina”.

Il riferimento e’ nel dettaglio alla relazione sui controlli effettuati insieme dalla Polizia di Stato e quella locale, che hanno “setacciato” gli edifici di via Turri dal dal civico 25 al civico 47. “In taluni degli ambienti ubicati nei civici oggetto dei controlli – continua la delibera – vi e’ la presenza di materiale di varia natura che farebbe ritenere ad una reale occupazione abusiva di detti locali da parte di soggetti estranei alla proprieta’ e potrebbe essere di pregiudizio per la sicurezza degli occupanti dell’intero immobile”.

Si rileva inoltre che in alcuni appartamenti, “non rilevati formalmente come occupati”, si e’ accertato “che i proprietari hanno gia’ posto in essere misure” per “impedire l’accesso non autorizzato da parte di persone estranee”. Circostanza questa che non permette di considerare questi alloggi come “abbandonati”.

Nel caso di altri appartamenti, invece “non e’ stato possibile contattare il titolare della proprieta’, poiche’ non reperibile o attualmente residente all’estero, al fine di invitarlo ad attivare misure ritenute idonee ad impedire l’accesso abusivo di chiunque” come del resto i cittadini sono tenuti a fare dall’articolo 15 del regolamento comunale di “Polizia urbana e per la civile convivenza”.

L’amministrazione evidenzia quindi che “l’inefficace controllo di detti alloggi potrebbe portare ad un peggioramento della situazione di degrado di parte della struttura e ad una piu’ facile pericolosita’ sociale non solo per la privata ma anche per la pubblica incolumita’” quando al contrario “il controllo risulterebbe piu’ agevole se gli alloggi e le relative pertinenze non utilizzati fossero chiusi con tamponamenti o misure efficaci che risultino ordinate e facilmente visibili dalle forze dell’ordine”.

Insomma “sussiste la necessita’ di bonificare gli edifici e rendere inutilizzabili a terzi non autorizzati aree o parti di esse attualmente libere”, dove si verificano attivita’ “con rilevanza penale” e che pregiudicano “la salubrita’ e le condizioni igienico sanitarie degli interi edifici”.

A questo punto la delibera puntualizza due diverse casistiche di intervento, a partire dal fatto che a “maggiore garanzia di sicurezza urbana si ritiene dunque di adottare ulteriori forme di preclusione all’accesso abusivo di terzi, da aggiungere a quelle gia’ adottate dai titolari della proprieta’”. In questi casi, specifica la giunta, i costi saranno a carico del Comune ritenuto “incongruo fare ricadere tale ulteriore gravame su chi, ai sensi di legge, si e’ gia’ adoperato”.

La somma stanziata al servizio Ingegneria e Manutenzione, a cui e’ dato mandato di provvedere, e’ peraltro modesta: 5.000 euro. Nel caso in cui, invece, i proprietari non si attivino per impedire le occupazioni abusive “l’amministrazione Comunale adotterebbe tutti i provvedimenti necessari, cominciando dalle sanzioni previste dal regolamento, fino all’adozione di provvedimenti specifici e alla chiusura fisica dei locali, con il recupero delle spese ai danni dei proprietari stessi, ove normativamente consentito” (fonte Dire).