Mielopatia cervicale, la causa più comune è la stenosi spinale

7 marzo 2019 | 14:39
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Mielopatia cervicale, la causa più comune è la stenosi spinale

Il dottor Andrea Veroni, specialista in neurochirurgia della colonna al Salus Hospital di Reggio Emilia, ci illustra sintomi, diagnosi e trattamento di questa patologia

REGGIO EMILIA – Il midollo spinale è, insieme all’encefalo, una delle due strutture che costituiscono il sistema nervoso centrale (Snc). Prende posto all’interno del cosiddetto canale spinale, il condotto risultante dalla sovrapposizione delle vertebre della colonna vertebrale, conosciuta anche come rachide. Generalmente, ci sono alcuni millimetri di spazio contenenti liquido che circondano il midollo spinale che aiutano a proteggerlo dai traumi e che consentono la notevole flessibilità del collo. Lungo tutta la sua struttura, il midollo trasporta gli impulsi neurali ai distretti corporei distali, braccia, petto e gambe.

Il dottor Andrea Veroni, specialista in neurochirurgia della colonna presso il Salus Hospital di Reggio Emilia, spiega che si definisce mielopatia cervicale una qualunque patologia del primissimo tratto del midollo spinale, quello cioè con decorso lungo la zona del collo. Quali sono le cause di queste patologie? “Tutto ciò che interrompe il normale passaggio di impulsi nervosi attraverso il midollo può esserne origine – spiega il dottor Veroni. – Più nello specifico, sono causa di mielopatie cervicali la spondilosi cervicale, le infiammazioni del midollo (mielite cervicale), le lesioni di origine traumatica (ernie) e le malattie vascolari riferite al tratto cervicale (mielopatie vascolari cervicali)”.

La causa più comune e frequente della mielopatia cervicale è la stenosi spinale cervicale, ovvero un progressivo restringimento del canale midollare con conseguente compressione cronica a carico del midollo spinale, che perturba o interrompe la normale trasmissione degli impulsi nervosi. Tipicamente, il restringimento è causato da speroni ossei (osteofiti), rigonfiamenti o rotture del disco e ispessimento dei legamenti, che possono sviluppare e invadere il canale spinale.

“I sintomi dipendono dal livello e dal tipo di coinvolgimento del midollo – prosegue il dottor Veroni. – Questi possono includere intorpidimento delle mani, debolezza a carico del braccio e della mano, difficoltà a lavorare e maneggiare piccoli oggetti, rigidità delle gambe e perdita di equilibrio. Paradossalmente, il dolore al collo non è un sintomo sempre presente e, proprio per questo, spesso la condizione della mielopatia spesso non viene diagnosticata se non in stato molto avanzato”.

Tuttavia, poiché l’evoluzione naturale della mielopatia cervicale avviene con una progressione graduale, il riconoscimento e il trattamento precoce sono essenziali per migliorare e curare il paziente prima dell’insorgenza di danni spinali irreversibili. Le mielopatie cervicali più gravi sono quelle in cui il midollo spinale sviluppa una lesione a carico delle sue cellule nervose, si tratta purtroppo di alterazioni irreversibili, non curabili in alcun modo.

Per la diagnosi di una mielopatia cervicale e l’individuazione delle sue cause scatenanti “sono fondamentali le informazioni fornita dal racconto dei sintomi da parte del paziente, l’anamnesi, un’accurata visita neurologica ed esami radiologici. La Risonanza Magnetica (RM) e la Tomografia Computerizzata (TC) del rachide cervicale svolgono un ruolo complementare nella diagnosi, sono essenziali per identificare la presenza di una compressione midollare e delle strutture ossee responsabili di quest’ultima”, specifica il dottor Veroni.

La cura di una mielopatia cervicale varia in funzione della causa scatenante e in relazione alla gravità della sintomatologia. Nei casi meno gravi di stenosi spinale cervicale è solitamente previsto un trattamento conservativo con terapia medica antinfiammatoria, utilizzo di un collare cervicale rigido e sedute di fisioterapia, per la correzione di eventuali errori posturali. La chirurgia decompressiva spinale invece è il trattamento solitamente prescelto nei casi più severi.

L’intervento, mirato ad alleviare la compressione a carico del midollo spinale, infatti, “migliora la prognosi aiutando a prevenire alterazioni permanenti e distruttive del midollo, soprattutto in fase di sviluppo precoce. Le modalità del trattamento chirurgico dipendono dal tipo e dalla sede della compressione midollare, e includono approcci dalla parte anteriore del collo (discectomia cervicale anteriore e fusione, corpectomia cervicale anteriore), dalla parte posteriore del collo (emilaminectomia cervicale con tecnica microchirurgica e decompressione bilaterale con accesso monolaterale, che in pochissimi sono in grado di effettuare) e le procedure combinate in cui entrambi gli approcci anteriore e posteriore sono utilizzati”, conclude il dottor Veroni.