Lotta alle mafie, la Clemente conquista il cuore degli studenti

18 marzo 2019 | 18:59
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Lotta alle mafie, la Clemente conquista il cuore degli studenti
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Lotta alle mafie, la Clemente conquista il cuore degli studenti
Lotta alle mafie, la Clemente conquista il cuore degli studenti
Lotta alle mafie, la Clemente conquista il cuore degli studenti
Lotta alle mafie, la Clemente conquista il cuore degli studenti

La sala conferenze di Confcooperative era gremita di studenti che hanno ascoltato e vissuto con emozione il racconto dell’assessore ai giovani di Napoli, la cui madre, Silvia Ruotolo, venne accidentalmente uccisa dalla criminalità organizzata

REGGIO EMILIA – “Studenti & docenti reggiani contro i falsi miti della cultura mafiosa”. E’ questo il titolo dell’incontro che si è tenuto oggi, dalle 11 alle 13, nella sede di Confcooperative dove, in una sala gremita di studenti, Alessandra Clemente, figlia di Silvia Ruotolo, vittima innocente di camorra, oggi assessore ai Giovani del Comune di Napoli, ha portato la propria testimonianza, toccando nel profondo, attraverso il suo racconto, i cuori dei ragazzi presenti.

“Vent’anni fa moriva mia madre, oggi mi sento più forte di chi l’ha uccisa”: su questa affermazione della stessa Alessandra Clemente, tanto vera quanto forte e profonda, si è basata l’analisi del fenomeno mafioso da parte dell’assessore partenopeo e il successivo confronto coi ragazzi. Ad aprire l’incontro è stato Valerio Maramotti, presidente del Consorzio Oscar Romero e della Cooperativa l’Ovile, che ha sottolineato l’importanza delle cooperative sociali il cui obiettivo non è solo legato al bilancio, ma soprattutto a processi ben precisi di inclusione e di valorizzazione della fragilità.

L’iniziativa, patrocinata dalla Provincia di Reggio Emilia e dalla Regione Emilia Romagna, è stato il prologo di “Noi Comuni e cittadini reggiani, Noicontrolemafie”, l’evento giunto alla IX edizione, sotto la direzione scientifica di Antonio Nicaso, che si terrà  sempre a Reggio dal 1° al 6 aprile, realizzato in collaborazione con Coracò, che, per l’occasione, era rappresentata da Alessandro Donati, che ha riportato su carta in modo eccellente i contenuti emersi dal dibattito attraverso la tecnica del “graphic recording”.

Prima degli interventi è stato osservato un minuto di raccoglimento per ricordare le vittime delle mafie. Al tavolo dei relatori anche Rosa Frammartino, responsabile educativa del progetto “Nocontrolemafie”, che, ha raccontato altre vicende di mafia, cercando di sensibilizzare le coscienze dei ragazzi a non vedere la mafia come un elemento distante da loro con indifferenza, ma come una minaccia reale da combattere ovunque, anche nei nostri territori.

Dopo l’intervento dei relatori sono stati consegnati i libri per alimentare la “biblioteca dell’illegalità” a quattro istituti reggiani: Chierici, Galvani, Zanelli e Filippo Re. “Sia il Consorzio Oscar Romero, sia la Cooperativa sociale l’Ovile sono molto attenti a tutti i temi che ruotano intorno alla legalità”, ha aggiunto Valerio Maramotti. Alessandra Clemente, durante il suo lungo e appassionato intervento, durante il quale, in certi momenti, si è sentito anche un pizzico di sincera commozione, ha sottolineato: “Il 21 marzo è il primo giorno di primavera, un giorno molto importante, perché da due anni lo Stato lo ha trasformato nella Festa nazionale per ricordare tutte le vittime innocenti delle mafie. La scelta del primo giorno di primavera è simbolica e in quel giorno non si ricordano solo Falcone e Borsellino, ma anche Antonio Montinaro, che fece parte della scorta del giudice Falcone, di cui non si cita mai il nome, oppure una figura come quella di mia madre, Silvia Ruotolo, che stava accompagnando mio fratello Francesco a scuola, quando è stata colpita a morte da uno dei 41 colpi di arma da fuoco che si stavano scambiando tre famiglie criminali per regolare col sangue i loro conti”.

Ha concluso la Clemente: “Io e la mia famiglia, con quanto percepito dallo Stato Italiano per la perdita di nostra madre come vittima innocente delle mafie, abbiamo aperto la Fondazione Silvia Ruotolo con la quale stiamo aiutando i ragazzi giovani a crearsi un futuro, ad avere una seconda opportunità, anche a coloro che hanno ucciso mia madre, ma per farlo serve l’aiuto di tutti, perché la mafia non la si combatte dall’interno, dove ci sono costantemente disunioni e lotte di potere, ma dall’esterno. Se la mafia non attrae più le persone, allora diventa debole ed estremamente vulnerabile e noi dobbiamo fare ciò che è in nostro potere perché ciò avvenga”.