Le Cicogne: “Partorienti in elisoccorso, basta con questo strazio”

20 marzo 2019 | 08:37
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Le Cicogne: “Partorienti in elisoccorso, basta con questo strazio”

Lo scrive il Comitato dopo quanto accaduto domenica scorsa. Il consigliere regionale leghista Delmonte: “Situazione gravissima”. L’Ausl: “Doveva comunque andare al Santa Maria Nuova”

CASTELNOVO MONTI (Reggio Emilia) – “Un nuovo modello di assistenza sanitaria sta prendendo piede cercando di far apparire normale ciò che non lo è per niente: l’uso dell’elisoccorso dedicato alle emergenze nei casi di gravidanza e parto”. Lo scrive il Comitato Salviamo le cicogne a proposito della donna di Villa Minozzo che domenica sera stava andando in auto col marito all’Ospedale di Reggio per contrazioni, quando, durante il viaggio, ha perso del liquido amniotico ed è stata poi portata nel capoluogo dall’elicottero.

Continua il Comitato: “Nella realtà non può essere normale che a mezzanotte un marito porti la moglie alla trentatreesima settimana a fare un controllo per delle contrazioni da Villa Minozzo giù a Reggio. La normalità, fino al 2017, era portarla a Castelnovo Monti, evitandole il calvario dell’andirivieni stradale di due ore. Il liquido che ha perso è forse colpa di questi spostamenti? Se fosse successo allora, la donna sarebbe stata visitata dal ginecologo presente h24 al Sant’Anna, eventualmente sarebbe stata trattenuta in reparto assistita dallo stesso medico e dalla presenza di ostetriche, chirurgo, rianimatore tutti h24, oltre al pediatra presente per immediata reperibilità. Nel caso di intervento cesareo o parto spontaneo il prematuro avrebbe avuto l’assistenza del neonatologo di terapia intensiva allertato da Reggio e da lui poi sarebbe stato accompagnato con apposita culla termica nel reparto di Reggio”.

Conclude il Comitato: “Invece ora per far diagnosi si usa l’elisoccorso delle emergenze sanitarie. Assurdo. Questo non è normale, è una paranoia contro il buon senso che ci stanno imponendo a forza. Non c’è protocollo che tenga quando esso va contro la deontologia medica, la minor difficoltà per l’assistito, e l’immediatezza dell’intervento quando l’emergenza lo richiede. Le donne ed i bambini di montagna non sono protocolli e neanche colli per spedizionieri, hanno una loro dignità e hanno il diritto alla sicurezza uguale a quello delle donne di pianura. Cosa aspetta la Regione a porre fine a questo strazio?”.

Il consigliere regionale leghista Delmonte: “Situazione gravissima”
Sulla vicenda interviene anche il consigliere regionale leghista Gabriele Delmonte che fa notare come “a poche settimane dagli ultimi due casi nel modenese e di quello nel bolognese, un nuovo intervento dell’elisoccorso notturno 118 si è reso necessario, questa volta nel nostro Appennino, per garantire la sicurezza di una donna incinta”.

Scrive Delmonte: “Quanto accaduto nella notte tra domenica e lunedì, nonostante fortunatamente sia andato tutto bene (la donna, ricoverata a Reggio ancora in attesa di parto, e il nascituro stanno bene) è gravissimo. Ci rendiamo conto dei rischi che corrono le donne “in dolce attesa” del nostro Appennino? Ormai è acclarato: sino a che non verrà riaperto il Punto nascite di Castelnovo Monti, rischiamo sempre la tragedia, visto e considerato il recente e significativo aumento del numero degli interventi dell’elisoccorso”.

Commenta Delmonte: “E’ assurdo, demagogico e quanto mai distante dalla realtà il modello sanitario della giunta Bonaccini, che si fa bella delle numerose piazzole destinate all’atterraggio degli elicotteri destinati all’elisoccorso, e non si cura della chiusura dei presidi medici nei centri del nostro Appennino. Perché, lo ribadiamo per l’ennesima volta, il governatore della Regione Emilia-Romagna, anziché fare lo scaricabarile sul governo nazionale, non segue la linea tracciata dal Governatore della vicina Toscana, Enrico Rossi, il quale ha chiesto alla Commissione nazionale percorso nascite, la revisione del parere che aveva portato alla chiusura di alcuni Punti nascite della sua regione?”.

“Una cosa è certa – conclude Delmonte – il nostro sistema sanitario, dietro ad una facciata di inutile eccellenza, nasconde criticità sostanziali gravissime”.

L’Ausl: “Doveva comunque andare al Santa Maria Nuova”
L’Ausl precisa che “la rottura anticipata delle membrane in epoca gestazionale richiede un monitoraggio clinico per l’eventuale riscontro preventivo di possibili complicanze. Una rottura delle membrane alle trentatreesima settimana avrebbe comunque reso necessario il trasferimento all’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia per la presa in carico immediata del neonato da parte della Terapia Intensiva Neonatale”.