Guastalla si tinge di blu con i genitori dell’associazione Cobalto

31 marzo 2019 | 19:32
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Guastalla si tinge di blu con i genitori dell’associazione Cobalto
Guastalla si tinge di blu con i genitori dell’associazione Cobalto
Guastalla si tinge di blu con i genitori dell’associazione Cobalto
Guastalla si tinge di blu con i genitori dell’associazione Cobalto

Palazzo Ducale martedì 2 aprile ospiterà un dibattito e la presentazione del libro “Stefano e il non tempo”. Spazio anche alla musica con la band “Spiriti liberi”

GUASTALLA (Reggio Emilia) – Martedì 2 aprile Guastalla si tingerà di blu in occasione della Giornata mondiale sulla consapevolezza dell’autismo, sancita dalle Nazioni Unite nel 2007. Lo farà illuminando i suoi monumenti del colore simbolo di questa condizione, secondo i promotori in grado di risvegliare il bisogno di conoscenza ad essa legato.

Protagonista sarà anche l’associazione Cobalto, che negli spazi del Palazzo Ducale darà vita ad un articolato confronto sul tema, preceduto da un piacevole momento di musica e intrattenimento. Formata da famiglie di ragazzi autistici, l’associazione di volontariato ha tra i suoi obiettivi quello di raccontare e far conoscere le difficoltà dell’autismo adulto.

Al compimento della maggiore età, infatti, sono i Servizi di Salute mentale e i Servizi sociali a prendere in carico i ragazzi, occupandosi però poco della patologia e senza quindi garantire una continuità dei percorsi terapeutici seguiti fino a quel momento. I genitori dell’associazione, presieduta da Rosa Ruggiero, hanno il medesimo obiettivo: ottenere per i figli una vita più inclusiva e dignitosa possibile.

Intitolata “Dipingila di blu”, l’iniziativa di martedì 2 aprile si aprirà con il concerto della band “Spiriti liberi”, formata da alcuni ragazzi in carico al Servizio di Salute mentale di Reggio. L’esibizione rappresenta l’apice del lavoro del gruppo, articolato in diverse fasi e curato dall’associazione culturale “Bottega Artigianale Musicoattiva”: i ragazzi presenteranno al pubblico brani scritti e musicati in prima persona con l’aiuto degli educatori, mettendosi in gioco in un contesto nuovo e stimolante.

Ognuno di loro si sta preparando al forte impatto emotivo dell’evento: desiderio comune è viverlo come una sfida e una gratificazione per gli sforzi compiuti finora. Durante il concerto sarà in funzione la pizzeria, allestita ad hoc nel cortile interno per consentire di cenare a chi lo vorrà.

A seguire (ore 20,45) la sala dell’antico portico del Palazzo Ducale ospiterà la presentazione del libro “Stefano e il non tempo” scritto da Rosa Ruggiero e dedicato al figlio affetto dalla sindrome di Dravet, una forma di epilessia associata a disturbi nello sviluppo neurologico. Spesso la malattia rende difficile l’effettiva comprensione delle difficoltà quotidiane di Stefano, ma non impedisce ai familiari di stargli accanto nella ricerca di piccoli e al tempo stesso preziosi successi. L’autrice dialogherà con la giornalista Romina Gobbo, cui sarà affidata la conduzione della serata.

L’incontro proseguirà con la proiezione del documentario “Damiano non è un marziano”, testimonianza dell’inserimento lavorativo di un ragazzo autistico adulto all’interno della cooperativa sociale “Il Bettolino”, in prima fila nel favorire l’integrazione sociale dei cittadini disabili e svantaggiati. Oltre a esperienze di lavoro utili anche ad acquisire indipendenza economica, i ragazzi vengono coinvolti dalla cooperativa in attività di carattere educativo e socio-sanitario-assistenziale: ogni percorso è finalizzato a permettere un pieno recupero della dignità sociale dell’individuo.

Il documentario offrirà lo spunto per aprire un dibattito sull’autismo, specie su quello adulto, portatore di legittimi bisogni cui le famiglie non possono far fronte da sole. Interverranno le dottoresse Virginia Giuberti, responsabile del Centro autismo dell’Ausl, e Giovanna Barazzoni, responsabile del Centro di salute mentale di Montecchio.

Alle famiglie di Cobalto preme porre l’accento sul fatto che i bambini autistici diventeranno adulti autistici: occorre che insegnanti, terapisti, educatori, volontari e genitori facciano quadrato e che gli enti pubblici definiscano percorsi di vita individuali capaci di rendere autonomi e indipendenti dal nucleo familiare d’origine i giovani adulti con autismo.

C’è tanto lavoro da fare: l’associazione chiede la collaborazione della scuola, degli enti locali, delle Ausl, degli ospedali e degli istituti di ricerca e di cura pubblici e privati. Insieme sarà più semplice definire progetti che sappiano affrontare la complessità della sfida e agevolare la ricerca del necessario sostegno finanziario allo svolgimento delle attività.

L’organizzazione della serata ha richiesto un grande sforzo collettivo: i genitori di Cobalto desiderano pertanto ringraziare tutti coloro che si stanno adoperando per renderlo possibile, a cominciare dal vicepresidente Giancarlo Paterlini, anima e convinto promotore dell’evento.