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Draghi: “C’è l’economia italiana fra i freni del Pil dell’Eurozona”

7 marzo 2019 | 19:55
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Draghi: “C’è l’economia italiana fra i freni del Pil dell’Eurozona”

I tassi resteranno invariati fino alla fine dell’anno. Previsto da settembre il lancio di una nuova serie di operazioni trimestrali mirate di rifinanziamento a più lungo termine

REGGIO EMILIA – La Banca Centrale Europea ha lasciato i tassi d’interesse invariati: il tasso principale resta fermo allo 0%, quello sui prestiti marginali allo 0,25% e quello sui depositi a -0,40%. La decisione è in linea con le attese del mercato. Lo spread fra Btp e Bund scivola a 243 punti base, minimo da fine gennaio, dopo le nuove misure annunciate dalla Banca centrale europea. Il rendimento del decennale è al 2,54%.

Scossone dell’euro sui mercati dopo la decisione della Bce he prelude a un taglio delle stime macroeconomiche, oltre al lancio di un nuovo Tltro per le banche a condizioni meno vantaggiose. La moneta unica che aveva aperto stabile, è virata al ribasso e perde ora lo 0,37% a 1,1267 dollari.

La Bce ha modificato la forward guidance annunciando che i tassi di interesse rimarranno fermi fino alle fine del 2019 e non più solo fino all’estate prossima. In una nota diffusa al termine della riunione di politica monetaria, in cui si è deciso di lasciare i tassi invariati, l’Eurotower spiega che i tassi di interesse si manterranno “su livelli pari a quelli attuali almeno fino alla fine del 2019 e in ogni caso finché sarà necessario per assicurare che l’inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine”.

Una nuova serie di operazioni trimestrali mirate di rifinanziamento a più lungo termine (TLTRO-III) sarà lanciata, a partire da settembre 2019 e terminerà nel marzo 2021. Ciascuna avrà una scadenza di due anni. Queste nuove operazioni contribuiranno a preservare le favorevoli condizioni di prestito bancario e la regolare trasmissione della politica monetaria. Lo annuncia la Bce.

I maxi-prestiti alle banche annunciati oggi dalla Bce servono ad “assicurare che le banche possano prendere a prestito e prestare” a condizioni accettabili, e “non perché comprino bond sovrani”. Lo ha detto il presidente Mario Draghi.

La Banca centrale europea ha nuovamente rivisto al ribasso le stime di crescita per l’Eurozona, portando il Pil 2019 a +1,1% da +1,7% stimato a dicembre, che era già stata limato dal +1,8% precedente. Limata a +1,6% da +1,7% la stima per il 2020, mentre il 2021 la Bce conferma una crescita dell’1,5%. Lo ha annunciato il presidente Mario Draghi.

La Bce taglia le stime sull’inflazione dell’Eurozona per il 2019 all’1,2% dall’1,6% atteso in precedenza. Riviste al ribasso anche le previsioni per il 2020 a 1,5% (da 1,7% precedente) e per il 2021 a 1,6% (da 1,8%). Lo ha detto il presidente della Bce Mario Draghi.

Fra i vari fattori che hanno comportato una forte revisione al ribasso della stima di crescita sul 2019, “uno di questi è certamente l’Italia”. Lo ha detto il presidente della Bce Mario Draghi, citando anche “il settore automobilistico tedesco”.