Disabilità, a Reggio bando bis per negozi accessibili

13 marzo 2019 | 16:07
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Disabilità, a Reggio bando bis per negozi accessibili

Si ripete l’iniziativa che ha visto 66 adesioni nella scorsa edizione: aperto fino al 30 aprile 2019, per un importo massimo di 200.000 euro

REGGIO EMILIA – Saranno 50 gli esercizi commerciali che potranno aderire al nuovo bando di Reggio Emilia citta’ senza barriere e Farmacie comunali riunite per migliorare l’accessibilita’ alle persone con disabilita’, agli anziani e ai bambini in passeggino. Si aggiungeranno ai 66 che avevano partecipato alla prima edizione dell’avviso pubblico. “Molti ci hanno chiesto, posso farlo anch’io? Cosi’ abbiamo rifinanziato il bando”.

Annalisa Rabitti, responsabile del progetto, spiega cosi’ il bis di “Non sono perfetto, ma sono accogliente”, aperto fino al 30 aprile 2019, per un importo massimo di 200.000 euro. “Il bando dichiara che per provare a risolvere il problema dell’accessibilita’ dei negozi forniamo una consulenza gratuita ad hoc. Cerchiamo piccole soluzioni, perche’ la perfezione sarebbe ristrutturare il locale, ma non sempre e’ possibile, per la spesa e per le difficolta’ che ci sono in una citta’ storica come la nostra”.

Cosi’ accade che nella vita di tutti i giorni “nessuno fa niente”, mentre chi partecipa a “Non sono perfetto”, che gia’ nel titolo ammette consapevolmente i propri limiti, “almeno prova a creare un accesso, perche’ in un negozio e’ meglio poterci entrare che no”, sintetizza Rabitti. Rispondendo ad alcune perplessita’ espresse anche nei commenti su Facebook alla notizia del nuovo bando, la responsabile di Reggio Emilia citta’ senza barriere spiega che “non si possono fare rampe fisse esterne, per non creare barriere architettoniche per gli altri e per le stesse persone che si muovono in carrozzina, mentre le rampe interne hanno costi molto alti e i proprietari non sono tenuti a farle se non in occasione di una ristrutturazione completa”.

Agli esercenti che aderiscono viene fatto un mini corso di formazione “perche’ siano pronti ad affrontare tutte le disabilita’, sensibilizzandoli anche verso quelle di cui a volte ci si dimentica”.

Per ricevere aiuto la persona che vuole entrare nel negozio deve suonare un campanello, segnalato dalla dicitura “accesso facilitato” e dai simboli che richiamano le categorie di persone interessate. Il kit di accoglienza varia a seconda delle caratteristiche e delle esigenze del locale e puo’ contenere un campanello wireless, un pedana mobile, un manuale con le indicazioni per aiutare chi desidera entrare, una vetrofania che segnala l’adesione al progetto. 4 architetti formati dal Criba, il Centro regionale per il benessere ambientale, fanno i sopralluoghi e forniscono la consulenza individuale.

“A volte bastano semplici accorgimenti, non e’ detto che servano grandi attrezzature, eppure questi interventi cambiano la vita a una persona che prima non poteva entrare. Per esempio, c’era una gelateria con 5 gradini che non poteva usare la rampa. A loro abbiamo fornito solo il campanello e ora, quando serve, portano fuori il gelato alle persona che non puo’ accedere da sola. Oppure un bar che con alcune piccole soluzioni, per esempio collocare un tavolino delle misure giuste per far entrare una carrozzina, e’ diventato perfetto per chi ha una disabilita’ e prima non poteva andare li’ a prendersi un caffe’. Io spiego ai negozianti che rendere accessibili i loro locali e’ anche affare loro, che hanno un mercato perche’ la disabilita’ e’ democratica.
È bello che stiano rispondendo con interesse. Va cambiata la cultura, si deve diffondere l’idea che i luoghi devono essere per tutti”.

I nuovi negozi accessibili entreranno in una mappa, insieme ad altri 200 gia’ censiti. “In stile Trip Advisor, il disabile cliccando sull’icona del locale ne vede le caratteristiche. Non facciamo una classifica dell’accessibilita’, ogni persona ha la possibilita’ di fare la propria valutazione”, dice.

“Ognuno vede il proprio problema come centrale, ma la disabilita’ e’ complessa e non si possono fare interventi che rischiano di ledere i diritti degli altri – aggiunge Rabitti- Come Reggio Emilia citta’ senza barriere siamo su tutti i cantieri pubblici, i nuovi progetti saranno inclusivi.

Per il futuro e’ importante non sbagliare piu’, mentre nel presente dobbiamo cercare di trovare le soluzioni migliori, perche’ sarebbe bello avere 20 milioni di euro per smontare la citta’, ma non li abbiamo”. Per dire la propria anche su questo progetto e proporre nuove idee e’ possibile partecipare il 23 marzo al world cafe’ Faccio la mia parte, alla Polveriera in piazzale Oscar Romero 1, l’appuntamento annuale di Citta’ senza barriere. È previsto anche un tavolo di lavoro sulle barriere architettoniche. “Il progetto ‘Non sono perfetto’ e’ nato proprio in questo contesto”, spiega Rabitti, ricordando che i gruppi di lavoro sono composti prevalentemente da cittadini, per favorire la partecipazione nella ricerca di soluzioni condivise e la consapevolezza di come funzioni la cosa pubblica. Ci si puo’ iscrivere online fino al 20 marzo.