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Caso Cucchi, otto carabinieri rischiano il processo

19 marzo 2019 | 19:57
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Caso Cucchi, otto carabinieri rischiano il processo

Chiusa inchiesta per Casarsa, Sabatino ed altri. Ilaria: “Chi ci ha fatto soffrire ne risponderà”

REGGIO EMILIA – La Procura di Roma ha chiuso l’indagine sui depistaggi relativi alla morte di Stefano Cucchi. Rischiano di finire sotto processo otto carabinieri tra cui il generale Alessandro Casarsa (all’epoca dei fatti capo del Gruppo Roma) e il colonnello Lorenzo Sabatino (ex capo del nucleo operativo di Roma). I reati contestati, a seconda delle posizioni, falso, omessa denuncia, favoreggiamento e calunnia.

La catena dei falsi legata alle note sullo stato di salute di Stefano Cucchi, dopo l’arresto, parte da Alessandro Casarsa, all’epoca comandante del Gruppo carabinieri di Roma. E’ quanto emerge dal capo di imputazione presente nell’atto di chiusura delle indagini. In particolare i magistrati di piazzale Clodio contestano a Casarsa, Cavallo,Di Sano, Colombo Labriola e Soligo, il reato di falso ideologico.

I pm affermano che gli indagati “avrebbero attestato il falso in una annotazione di servizio, datata 26 ottobre 2009, relativamente alle condizioni di salute di Cucchi”, arrestato dai carabinieri di Roma Appia e portato nelle celle di sicurezza di Tor Sapienza, tra il 15 e il 16 ottobre del 2009. Per l’accusa il falso fu confezionato “con l’aggravante di volere procurare l’impunità dei carabinieri della stazione Appia responsabili di avere cagionato a Cucchi le lesioni che nei giorni successivi gli determinarono il decesso”.

Per allontanare i sospetti e garantire “l’impunità dei carabinieri della stazione Appia”, secondo la Procura di Roma, fu redatta una seconda nota sullo stato di salute di Stefano Cucchi, con la data truccata del 26 ottobre, nella quale si attestava falsamente che “Cucchi riferiva di essere dolorante alle ossa sia per la temperatura fredda/umida che per la rigidità della tavola del letto ove comunque aveva dormito per poco tempo, dolenzia accusata per la sua accentuata magrezza’ omettendo ogni riferimento alle difficoltà di deambulare accusate da Cucchi”. Dunque dolori causati dal letto, dal freddo e dalla magrezza, secondo i carabinieri.

“In questi momenti di difficoltà emotiva per la nostra famiglia è di conforto sapere che coloro che ci hanno provocato questi anni di sofferenza in processi sbagliati verranno chiamati a rispondere delle loro responsabilità. È un’enorme vittoria per la nostra famiglia e la nostra giustizia”. Così Ilaria Cucchi ha commentato la chiusura, da parte della Procura di Roma, dell’indagine sui depistaggi relativi alla morte del fratello.