Falso e abuso d’ufficio, indagine su incarichi affidati dal Comune

21 febbraio 2019 | 19:34
Share0
Falso e abuso d’ufficio, indagine su incarichi affidati dal Comune

Nel mirino degli inquirenti presunte violazioni al regolamento dell’ente in cui sarebbero incorsi alcuni suoi dirigenti in carica nel 2013. Diciotto inviti a comparire sono stati spediti dall’autorità giudiziaria ad altrettanti dirigenti comunali. La richiesta di trasparenza del M5S nel 2016

REGGIO EMILIA – Indagine in corso dell’autorità giudiziaria, per falso e abuso d’ufficio, relativamente a presunte violazioni in riferimento al regolamento del Comune, per l’affidamento di incarichi professionali, in cui sarebbero incorsi alcuni suoi dirigenti in carica nell’anno 2013. E’ lo stesso ente a comunicarlo precisando che “i fatti oggetto di accertamenti riguardano appunto l’anno 2013 e le ipotesi sono di falso e abuso d’ufficio. Il Regolamento per l’affidamento di incarichi professionali nel frattempo è stato aggiornato nel 2015, sulla base delle normative vigenti”.

Conclude l’ente: “L’Amministrazione riconferma la piena collaborazione del Comune con le autorità inquirenti, esprime fiducia nell’azione della magistratura e ribadisce la propria fiducia ai dirigenti, nella certezza che sarà fatta chiarezza”. A quanto si apprende diciotto inviti a comparire sono stati spediti dall’autorità giudiziaria ad altrettanti dirigenti comunali.

La mozione del M5S
Il caso era emerso cinque anni fa, nel 2014, partendo da una mozione presentata dal Movimento 5 stelle su incarichi assegnati a dirigenti comunali – all’epoca si parlò di 14 persone – prima che si arrivasse alla loro nomina. Le 75 domande inizialmente pervenute da tutto il Paese per quegli incarichi erano state ridotte, fino a proporre al sindaco le rose di candidati, come prevede la legge, sulla base delle quali erano poi stati scelti i 14 dirigenti.

La richiesta di trasparenza del M5S nel 2016
Nel luglio del 2016 il Movimento Cinque Stelle aveva presentato due esposti alla Corte dei conti, per presunto danno erariale, relativi agli affidamenti degli incarichi esterni nel periodo dal 2008 al 2015 da parte dell’amministrazione comunale e relativi al controllo successivo di regolarità amministrativa sugli atti. Secondo il capogruppo Ivan Cantamessi e il consigliere Alessandra Guatteri, infatti, il Comune, come peraltro evidenziato poi dalla Corte dei Conti, avrebbe utilizzato un regolamento “illegittimo” per gli affidamenti che sarebbe stato sanato solo nel 2015.

Gli affidamenti esterni
Scrivevano all’epoca i pentastellati: “Già nel 2008 la Corte dei conti con la deliberazione 111/2008/G chiedeva al Comune di Reggio Emilia di modificare il proprio regolamento per l’affidamento degli incarichi esterni, in particolare l’articolo 2 comma 3 che prevedeva che per gli incarichi con importo inferiore a 100.000 euro si proceda con gara informale con almeno 5 preventivi. Il Comune di Reggio Emilia capitanato prima da Delrio e poi da Vecchi, si è guardato bene dal modificare il regolamento oggetto dei rilievi fino al 17 dicembre 2015 (cosa avvenuta in coincidenza con l’arrivo del nuovo segretario comunale)”.

La stessa Corte dei Conti a novembre 2015 scriveva nella delibera che “il regolamento relativo all’affidamento di incarichi esterni …..è illegittimo poichè esclude la previsione di procedura comparativa mediante emissione di avviso pubblico rivolto alla generalità degli interessati, adeguatamente pubblicizzato per un congruo periodo sul sito web istituzionale dell’ente (almeno 15 giorni)”.

Guatteri e Cantamessi aggiungevano all’epoca che “dal 2008 la Corte dei Conti aveva rilevato che “per l’assegnazione degli incarichi esterni è necessario prevedere una procedura comparativa per la valutazione dei curricula con criteri predeterminati, certi e trasparenti, in applicazione ai principi di buon andamento e imparzialità dell’amministrazione sanciti dall’Articolo 97 della Costituzione”.

Incarichi per oltre 12 milioni di euro
Gli incarichi che sarebbero stati affidati senza avvisi pubblici e criteri trasparenti come invece avrebbe dovuto essere ammontano a 2,7 milioni nel 2010, 1,9 nel 2011 2,5 nel 2012, 2.9 milioni per il 2013, 1,8 nel 2014 e 650.000 euro nel primo semestre 2015″. Ma non è finita qui, perché, come evidenziavano i grillini, “i problemi nella gestione degli atti e nel rispetto della legge per il nostro Comune non finiscono qui”

“Manca il controllo successivo di regolarità amministrativa sugli atti”
Con un accesso agli atti i due consiglieri avevano scoperto che negli anni 2013, 2014 e nel primo semestre del 2015 “non sono stati effettuati i controlli previsti dalla legge 213 del 2012 e dal regolamento comunale dei controlli”. Secondo Guatteri e Cantamessi “gli art. 15 e 16 del regolamento dei controlli per il Comune di Reggio Emilia, prevedono che venga effettuato un controllo successivo di regolarità amministrativa sugli atti (determinazioni dirigenziali, di impegno di spesa, dei contratti e degli atti amministrativi) e/o dei procedimenti per verificarne la conformità rispetto alla regolarità, alla correttezza formale, alla affidabilità dei dati riportati. all’ottemperanza alle norme e ai regolamenti, alla conformità agli atti di programmazione. Tale regolamento è stato emanato successivamente e in ottemperanza a quanto previsto dalla legge 213/20132 che introduce i controlli di regolarità amministrativa e contabile che hanno l’obiettivo di garantire la legittimità, regolarità e correttezza dell’azione amministrativa. Si tratta di una garanzia per i cittadini”.

Gli ispettori del ministero in Comune
Si arriva poi al marzo 2017, quando gli ispettori del ministero dell’Economia e delle Finanze effettuarono accertamenti in Comune. Da quei controlli venne poi redatto a fine 2017 un verbale, oltre cento pagine nelle quali si parlava, fra le altre cose, di scorretta applicazione di alcuni incentivi ai dipendenti, dubbi sulle procedure di reclutamento di alcuni dirigenti di nomina anche fiduciaria del sindaco oltre a contestazioni sulla interpretazione di diverse norme e regolamenti. L’ente avrebbe dovuto presentare delle controdeduzioni entro 120 giorni spiegando le proprie scelte considerate errate quando anche illegittime. L’iter deve poi esser andato avanti visto che, in questi giorni, sono arrivati a 18 dirigenti comunali altrettanti avvisi di comparizione proprio in merito a queste vicende.