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Si sblocca la vicenda Sea Watch, il Viminale: “Va a Catania”

30 gennaio 2019 | 18:24
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Si sblocca la vicenda Sea Watch, il Viminale: “Va a Catania”

La scelta è determinata dalla presenza di centri ministeriali per l’accoglienza di minori. I maggiorenni poi trasferiti all’hotspot di Messina. Salvini: Missione compiuta. Auspico indagine sul comportamento della ong”

REGGIO EMILIA – Si sblocca la situazione della Sea Watch: la nave ha avuto indicazione di dirigersi verso il porto di Catania. La scelta è determinata dalla presenza di centri ministeriali per l’accoglienza di minori – ha fatto sapere il Viminale -. I maggiorenni saranno immediatamente trasferiti all’hotspot di Messina.

E sono stati emessi dal Tribunale per i minorenni di Catania, presieduto da Maria Francesca Pricoco, su ricorso della Procura minorile etnea, “provvedimenti di nomina di tutore per ciascuno dei minori presenti sulla Sea Wacth al fine delle attività di tutela previste dalla disciplina interna e dalla normativa internazionale”. L’atto è propedeutico allo tutela e allo sbarco dei minorenni non accompagnati che sono sulla nave della Ong tedesca battente bandiera olandese alla fonda al largo di Siracusa.

“Fra qualche ora – aveva fatto sapere il premier Giuseppe Conte – inizieranno le operazioni di sbarco della Sea Watch”. “Si è aggiunto anche il Lussemburgo e lo ringrazio. Siamo con l’Italia 7 Paesi”.

“Missione compiuta. Ancora una volta, grazie all’impegno del governo italiano e alla determinazione del Viminale, l’Europa è stata costretta a intervenire e ad assumersi delle responsabilità. Sei Paesi hanno accettato di accogliere gli immigrati a bordo della Sea Watch3, coordinandosi con la Commissione europea: si tratta di Francia, Portogallo, Germania, Malta, Lussemburgo e Romania”, dice il ministro dell’Interno, Matteo Salvini auspicando che, “in base alla documentazione raccolta, venga aperta un’indagine per fare chiarezza sul comportamento della Ong”.

In mattinata fonti del governo avevano fatto sapere che si aspettava la formalizzazione dell’accordo con gli altri Paesi Ue e poi la situazione si sarebbe potuta sbloccare.

“Malta ci sarà come c’è sempre stata. Per noi la parola solidarietà non è un concetto flessibile che si applica solo quando siamo noi a chiederla. E’ una costante”. Il premier maltese Joseph Muscat, a Cagliari per un incontro del Distretto aerospaziale sardo, aveva confermato la disponibilità da parte di alcuni Paesi ad accogliere i migranti della Sea Watch annunciata dal premier Conte al ritorno dal vertice di Nicosia a Cipro con i capi di Stato dei paesi Ue del Mediterraneo.

La Germania ha fornito anche nel caso della nave Sea Watch 3 la propria disponibilità a un contributo solidale. “Accoglieremo una parte dei profughi in modo che possano chiedere asilo e protezione qui”, ha ribadito il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, in conferenza stampa. È chiaro che “serve una soluzione comune e duratura in Europa”, ha aggiunto.

“Sto andando al ministero per risolvere la situazione, come sempre: mi pagano per questo”, ha detto Matteo Salvini in merito allo sbarco dei migranti della Sea Watch. Anche l’Italia accoglierà una parte dei migranti a bordo? “Fatemi avere certezza di quello che fanno gli altri e poi diremo cosa facciamo noi”.

“Sto lavorando a un provvedimento che limiti la possibilità di entrare nelle acque territoriali italiane, intervenendo a monte”, ha detto ancora Salvini. Un blocco navale? “No, applicando le norme già esistenti”, risponde a chi gli chiede dettagli. Poi il ministro ha spiegato: “Se finalmente dopo dieci giorni, grazie alla nostra presa di posizione ferma, alcuni Paesi europei si sono ricordati di essere Paesi europei vuol dire che abbiamo raggiunto l’obiettivo prefissato”, sottolinea.

“In questo paese i prepotenti al governo fuggono dai processi anche quando hanno violato la legge. Noi no – dice il deputato Pd, Maurizio Martina, candidato alla segreteria del partito, indagato a Siracusa per la visita alla Sea Watch 3 -. Non abbiamo violato alcuna legge e siamo saliti su quella nave perché era giusto per quelle persone. Se un paese ci processa per questo siamo pronti a risponderne”.

“La lentezza dell’Europa veramente impressiona”, ha detto il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti. “Che in un gigante come l’Europa – ha concluso Bassetti -, dove ci sono le nazioni che hanno maggior benessere del mondo, si debba tergiversare tanto per accogliere 47 poveracci, di cui 11 bambini, è veramente una sofferenza immensa”.