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“Decreto Salvini, così si crea insicurezza nelle città”

5 gennaio 2019 | 09:26
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“Decreto Salvini, così si crea insicurezza nelle città”

Il capogruppo del Pd, Andrea Capelli: “Basterebbe non fare sempre il pappagallo del ministro Salvini, sulle cui azioni anche molti vostri elettori cominciano a nutrire forti dubbi”

REGGIO EMILIACara consigliera Guatteri, il sindaco Vecchi ha espresso una posizione equilibrata, non ha annunciato nessuna disobbedienza, ha sottolineato quanto già espresso da tanti autorevoli costituzionalisti, ovvero evidenti lacune e contraddizioni costituzionali e sopratutto aspetti della legge che andrebbero modificati per il bene delle nostre città non di forze politiche. Sono le stesse posizioni espresse oggi da diversi parlamentari del M5S e dallo stesso sindaco di Livorno e a quanto pare anche di Roma e Torino.

Centinaia di migliaia di persone in tutta Italia diventeranno presto irregolari, persone lasciate in balia di se stessi o nella peggiore delle ipotesi in balia delle mafie. I comuni non potranno più prenderli in carico, lo Stato, al di là di tanta propaganda, non è in grado di accompagnarli nei paesi di origine. Il risultato è che il Decreto sicurezza sarà il Decreto insicurezza.

A volte cara consigliera basterebbe un po’ di buon senso e meno pregiudizio, e ciò che ogni giorno i sindaci italiani mettono in campo per affrontare i tanti problemi: realismo e pragmatismo.

Basterebbe capire il significato della collaborazione istituzionale a tutti i livelli. Soprattutto da parte di chi dichiara di ambire a governare una città, anche se a quanto pare intendere iniziare la campagna elettorale per le amministrative senza nemmeno un candidato che ci metta la faccia fin da subito.

E sopratutto basterebbe non fare sempre il pappagallo del ministro Salvini, sulle cui azioni anche molti vostri elettori cominciano a nutrire forti dubbi. Il vostro inciucio di governo non vi porti a negare i problemi reali delle nostre città. I vostri sindaci lo hanno già capito, aspetteremo che anche a Reggio Emilia si possa parlare il linguaggio della realtà.