Editoriali

Battisti, quando l’arresto di un criminale comune diventa uno show

16 gennaio 2019 | 08:58
Share0
Battisti, quando l’arresto di un criminale comune diventa uno show

Lega Nord e M5S hanno sfruttato a fini politici, con forzature grossolane, una vicenda in cui, invece, hanno trionfato la giustizia e il lavoro delle forze dell’ordine

REGGIO EMILIA – Salvini che definisce Battisti “assassino comunista”. Il suo fedelissimo, Gianluca Vinci, deputato della Lega reggiano, che posta articoli su Facebook in cui, a proposito dell’arresto del terrorista latitante, cita le Brigate rosse e scrive che il “Pd votava contro la sua estradizione in Italia”. Il ministro della Giustizia Bonafede che posta un video ridicolo su Facebook che ritrae i momenti della cattura di Battisti, come se fossimo su un set cinematografico di quart’ordine. Le istituzioni, sull’arresto di questo criminale, hanno decisamente perso la misura e si sono fatte travolgere dal sensazionalismo, regalando a un assassino un palcoscenico ben maggiore di quello che si meriterebbe un delinquente comune come Battisti.

Battisti si potrebbe definire comunista per convenienza, perché l’ex terrorista dei Pac (Proletari armati per il comunismo) si radicalizzò in carcere e trovò una giustificazione ai suoi atti violenti negli insegnamenti di alcuni cattivi maestri. Gli fu prezioso professarsi comunista perché, grazie alla sua condizione politica, riuscì ad usufruire della “dottrina Mitterand” e a riparare in Francia per tanti anni. Poi, quando finalmente da Oltralpe avrebbero concesso l’estradizione, fuggì in Brasile dove, purtroppo, trovò terreno fertile e lì rimase fino a che, finalmente, il presidente brasiliano Michel Temer firmò l’estradizione il 14 dicembre scorso e poi lui sparì fino all’arresto dei giorni scorsi in Bolivia.

Ogni paragone con le Brigate rosse è poi assurdo, perché i Proletari armati per il comunismo non c’entrano proprio nulla con le Br e Battisti men che meno. Così come è ridicolo pensare che, a parte qualche figura di poco conto, ci sia qualcuno che difende in questo Paese l’ex terrorista dei Pac. Il fatto, poi, che il Pd, in consiglio comunale a Reggio, abbia votato contro l’estradizione in Italia di Battisti non corrisponde al vero. Il Partito Democratico votò a favore di una mozione presentata dal consigliere di Fi Bassi (approvata all’unanimità da tutto il consiglio comunale) il 31 ottobre del 2017. Votò contro l’urgenza (della mozione) il 19 novembre scorso, perché aveva già votato a favore (e non si capiva quale fosse l’urgenza) e perché il presidente Bolsonaro non si era ancora insediato e quindi era assurdo rivolgergli qualsiasi tipo di richiesta.

Dare a intendere che, in qualche modo, il Pd non volesse l’estradizione di Battisti è ridicolo, così come lo è dare a intendere che le Brigate rosse (che purtroppo rappresentarono un pericolo ben maggiore per le nostre istituzioni che Battisti e i Pac, ndr) fossero in qualche modo spalleggiate dal Pci dell’epoca che invece, come è noto, le combattè con tutte le sue forze.

La verità è che centrodestra e centrosinistra, per decenni, hanno cercato di riportare in Italia Battisti, ma non ci sono riusciti per sorti avverse e che, ora, finalmente, un criminale viene consegnato alle patrie galere. Ma bisogna sottolineare che, uno Stato che si rispetti, non spettacolarizza un arresto come si è visto a Ciampino qualche giorno fa, ma fa applicare le leggi con rigore, per tutti, e basta. Un applauso va fatto non tanto a Salvini, impettito con la sua divisa da poliziotto e a Bonafede con il suo documentario di terz’ordine, ma piuttosto alle nostre forze dell’ordine che, con grande abilità e professionalità, sono riuscite a scovarlo in Bolivia e a riportarlo a casa.