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Tav, le imprese a Torino. Boccia: “La pazienza è quasi finita”

3 dicembre 2018 | 18:38
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Tav, le imprese a Torino. Boccia: “La pazienza è quasi finita”

“Dagli artigiani agli industriali ci sono 12 associazioni a Torino, chiedetevi il perchè”, dice il presidente della Confindustria

REGGIO EMILIA – Tremila imprenditori sono arrivati da tutta Italia alle Ogr, le ex Grandi Officine Riparazioni di Torino, dove si riparavano i treni dalla metà dell’800, per la manifestazione organizzata per sollecitare il rilancio delle infrastrutture a partire dalla Torino-Lione.

Presenti dodici associazioni d’impresa, che complessivamente rappresentano 13 milioni di lavoratori e oltre il 65% del Pil. L’incontro ‘Infrastrutture per lo sviluppo. Tav, l’Italia in Europa’ ci sono i presidenti nazionali di Confindustria, Casartigiani, Ance, Confapi, Confesercenti, Confagricoltura, Legacoop, Confartigianato, Confcooperative, Confcommercio, Cna e Agci.

“Se siamo qui è perché la nostra pazienza è quasi limite, per mettere insieme 12 associazioni tra cui alcune concorrenti tra loro. Se siamo qui tra artigiani, commercianti, cooperative, industriali, qualcuno si dovrebbe chiedere perché. La politica è una cosa troppo importante per lasciarla solo ai politici”. Lo ha detto il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia prima dell’inizio della manifestazione per la Tav alle Ogr.

“Torino è una città simbolo – ha aggiunto Boccia – . Siamo qui con 12 associazioni, compresa la nostra, che sono rappresentanti di agricoltori, artigiani, commercianti, esercenti, cooperative, industria, di oltre 3 milioni di imprese e il 65% del Pil. Il messaggio è chiaro sì alla Tav Torino-Lione, perché le infrastrutture sono un’idea di società, includono, sono un’idea di visione del Paese, centrale tra Europa e Mediterraneo, aperta a est e a ovest”.

Il movimento No Tav attacca l’iniziativa degli imprenditori: “Ben poco attivismo imprenditoriale si è visto quando la disoccupazione giovanile ha toccato il 40% o le infrastrutture da nord a sud sono crollate facendo vittime e feriti”. “Non abbiamo mai visto tante sigle riunirsi in altri momenti, dall’inizio della crisi globale per rilanciare l’economia. L’alzata di scudi – dicono – c’è solo quando i ben poco intraprendenti imprenditori rischiano di perdere una ricca commessa di soldi pubblici”.