Reggio Emilia, esplode la cassa integrazione

5 dicembre 2018 | 14:49
Share0
Reggio Emilia, esplode la cassa integrazione

La nostra è la provincia, in Regione, dove le aziende hanno fatto piu’ ricorso agli ammortizzatori sociali con un +2.844,3% (da 10.768 a 317.047 ore)

REGGIO EMILIA – L’economia rallenta e in Emilia-Romagna da settembre a ottobre esplode il ricorso alla cassa integrazione. Da un mese all’altro la cig e’ aumentata del 217,5%(da 543.975 a 1.727.044 ore), la terza crescita piu’ alta a livello nazionale dopo quella registrata in Basilicata (+949%) e Piemonte (+340,9%). Stando ai dati raccolti per il decimo rapporto sulla cassa integrazione del servizio Politiche attive e passive del lavoro della Uil, il ricorso agli ammortizzatori sociali ha permesso di salvaguardare in regione migliaia di posti di lavoro, dai 3.200 di settembre ai 10.159 di ottobre (+6.959).

La provincia dove le aziende hanno fatto piu’ ricorso agli ammortizzatori sociali e’ Reggio Emilia con un +2.844,3% (da 10.768 a 317.047 ore). Forli’-Cesena si piazza al secondo posto con +1.069,9% di incremento: da 24.015 a 280.961 ore. Con un +380,7% c’e’ Modena (da 77.361 a 371.872 ore). A seguire Bologna con +212,6% (da 175.707 a 549.346 ore) e Ravenna con +166,8% (da 16.074 ore a 42.884 ore). Chiudono Piacenza con +49,2% (da 37.309 ore a 55.682 ore) e Parma con +19.5% (da 44.023 a 52.613 ore). Al contrario cala la Cig a Ferrara (-99,1% da 93.527 a 880 ore) e a Rimini (-14,5% da 65.191 a 55.759 ore).

“Dopo il calo estivo dovuto alla chiusura delle imprese per ferie – spiega il segretario generale della Uil Emilia Romagna e Bologna, Giuliano Zignani – in Emilia-Romagna la cassa integrazione subisce una forte impennata. I dati ci segnalano nuove imprese in difficolta’ come si evince dall’aumento del 27,7% della cassa integrazione ordinaria, da 498.349 a 636.225 ore, e un forte aumento di richieste di cassa integrazione straordinaria +2.311,2%, da 45.093 a 1.087.271 ore, dove a prevalere e’ la causale ‘riorganizzazione e crisi'”.

Cifre che, secondo il sindacalista, sono un “sintomo” di sofferenza del sistema imprenditoriale. “Siamo molto preoccupati per questi dati che, in massima parte, rispecchiano la brusca frenata registrata dall’economia nazionale. La nostra regione ha, pero’, gli anticorpi per reagire con vigore”, assicura Zignani. Ma servirebbe “una forte politica di investimenti che, ora, e’ bloccata dall’incertezza di un Def in cui gli investimenti sono sacrificati sull’altare dell’assistenzialismo, ma anche dall’incapacita’ del ministero dello Sviluppo economico a gestire le aziende in crisi (basta vedere l’ex Bredamenarini) e dallo stop, da parte del ministero delle Infrastrutture, alle grandi opere di cui davvero necessita non solo la nostra regione, ma il Paese”.

Progetti pronti a partire, con risorse gia’ a bilancio, “bloccati senza costrutto dal governo. Cantieri che porterebbero occupazione e sviluppo dell’economia non solo emiliano-romagnola, ma anche del Paese”, conclude il leader Uil.