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Parco innovazione, ricerca e sviluppo al servizio delle imprese

21 dicembre 2018 | 16:04
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Iniziano ad insediarsi le prime aziende al capannone 18 del Parco Innovazione nelle ex Reggiane. Abbiamo incontrato Luca di Ask e Alessandro di Bema Lab

REGGIO EMILIA – Iniziano ad insediarsi le prime aziende al capannone 18 del Parco Innovazione nelle ex Reggiane. La prima a firmare il rogito è stata Ask, ma presto si aggiungerà anche Bema Lab, il laboratorio di Bema, la società di Viano, controllata da Elettric 80, specializzata nella progettazione e realizzazione di sistemi robotizzati di fasciatura con film estensibile per prodotti palettizzati.

Proprio nei giorni scorsi Ask Industries, azienda che progetta e produce altoparlanti, scatole per subwoofer, e amplificatori (dal 2015 nel gruppo Kenwood) e’ stato il primo “inquilino” ufficiale del Parco Innovazione dato che ha stipulato con Stu Reggiane – societa’ partecipata dal Comune di Reggio Emilia e Iren Rinnovabili che gestisce la ristrutturazione dell’area – il rogito per la compravendita di una porzione del riqualificato capannone 18.

Presto saranno perfezionati i rogiti con altre aziende interessate che si insedieranno nel capannone. Abbiamo intervistato Luca Cattani, ingegnere elettronico di Ask e Alessandro Bertolini, del Bema Lab, due dei tanti lavoratori che, in questi mesi, si stanno trasferendo a lavorare in questa area.

Dice Luca: “Il Parco Innovazione è un’opportunità e un punto di contatto fra le aziende per costruire una rete sinergica e per stimolare l’innovazione. Stiamo seguendo un progetto, in questo momento, di Anm (Active noise management) che mira a ridurre il rumore e il suono dentro l’auto. Vogliamo gestire il rumore che arriva dal motore e quello che proviene dal rotolamento stradale per rendere più confortevole l’abitacolo”.

Aggiunge Alessandro: “Il Bema Lab si trasferirà nel capannone 18. La nostra è una struttura che si occupa di erogare servizi ai clienti per ottimizzare i processi di fasciatura dei prodotti. La nostra macchina di punta è il Silkworm turbo, ovvero il baco da seta avvolgitore. Credo che da reggiano, restiture uno spazio di questo tipo alla città per fare innovazione e ricerca, sia un motivo di orgoglio”.