Migranti, Terzo settore e Pd: “Avremo più invisibili”

4 dicembre 2018 | 08:08
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Migranti, Terzo settore e Pd: “Avremo più invisibili”

Il deputato Andrea Rossi: “Il decreto sicurezza cerca il nemico e riduce i diritti creando insicurezza”

REGGIO EMILIA – Sos contro il decreto sicurezza targato Matteo Salvini. Arriva da Reggio Emilia, dove a lanciare in contemporanea l’allarme sono il Forum del terzo settore (che rappresenta quasi un migliaio tra cooperative sociali, onlus e associazioni della provincia reggiana) e il deputato Andrea Rossi, che inaugura sulla sua pagina Facebook, a colloquio con Valerio Corghi e Andrea Gollini della Caritas di Reggio Emilia, il nuovo format di comunicazione di mezz’ora “Social talk”.

Secondo il parlamentare reggiano il decreto, “pur contenendo aspetti condivisibili come il rafforzamento dei daspo urbani, la possibilita’ di dotare della pistola taser gli agenti della Polizia municipale e l’incremento delle risorse alle forze dell’ordine varato dai Governi precedenti”, ha a monte un problema. “Vuole individuare un nemico e riduce umanita’ e diritti, mentre noi – spiega Rossi – siamo convinti che si possa fare sicurezza senza far venir meno l’accoglienza e l’integrazione”.

Il decreto, continua il deputato, “crea migliaia di persone ‘invisibili’ che non possono accedere al servizio sanitario nazionale, non possono lavorare e per i quali si allungano i tempi per il riconoscimento dello status di protezione internazionale. Ecco perche’, ad un certo punto, possono diventare un problema per la sicurezza, anche perche’ i rimpatri non sono sempre possibili e con tempi comunque molto lunghi”.

Il terzo settore
Sulla stessa linea d’onda il forum del terzo settore: “Il decreto produrra’ maggiore clandestinita’ piuttosto che sicurezza e convivenza. Verra’ drasticamente ridotto il programma Sprar attraverso il quale i sindaci gestiscono l’accoglienza sul territorio e vincolano le persone accolte a percorsi di integrazione, studio, volontariato, lavoro e inclusione sociale”.

Anche da un punto di vista prettamente “di controllo”, continuano le associazioni reggiane, “la scelta del governo va in direzione completamente sbagliata perche’ e’ attraverso i percorsi di accoglienza che sappiamo chi e’ sul nostro territorio, cosa fa e dove trovarlo in caso di necessita’. Considerando la difficolta’ a rimpatriare gli irregolari, per la mancanza di accordi coi paesi di provenienza, e’ logico pensare che queste persone continueranno a stare sul nostro territorio ma in modo irregolare, senza piu’ possibilita’ di fare percorsi di tutela sanitaria, di conoscenza della lingua, di volontariato o lavorativi”.

Inoltre, sottolineano le associazioni, “si e’ voluto forzare nella testa degli elettori l’idea del binomio ‘immigrazione-criminalita”, nonostante i dati statistici lo smentiscano e nonostante il sistema costruito abbia invece permesso un forte controllo del territorio”. Ecco perche’, conclude il forum, “riteniamo che il decreto approvato va ad impoverire le nostre comunita’ e creare un contesto di discriminazione e insicurezza”.