Cavriago, il sindaco Burani non si ricandida

1 dicembre 2018 | 10:56
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Cavriago, il sindaco Burani non si ricandida

Lo ha comunicato ai cittadini, in una lettera piena di amarezza e di recriminazioni, anche verso il suo partito, il Pd, pubblicata sull’ultimo numero del giornale del Comune

CAVRIAGO (Reggio Emilia) – Il sindaco Paolo Burani, pur avendo governato per una sola legislatura, non si ricandiderà alle comunali del 2019. Lo ha comunicato ai cittadini, in una lettera piena di amarezza e di recriminazioni, anche verso il suo partito, il Pd, pubblicata sull’ultimo numero del giornale del Comune, “Paese nostro”.

Scrive Burani: “L’amministrazione comunale, oltre all’opposizione che spesso ha agito con attacchi personali, ha dovuto fronteggiare anche gli oppositori interni, si è dovuta difendere da coloro che, in teoria, avrebbero dovuto aiutarla. Questo non ha fatto altro che aumentare la solitudine e le difficoltà di un ruolo come quello del sindaco”.

Burani si riferisce qui alle vicende del 2016 quando, assumendo due persone con i voucher, aveva scatenato l’opposizione della Cgil e di alcune frange del Pd locale e reggiano e alla vicenda della scuola Rodari dove il Comune ha lavorato su un progetto di ristrutturazione e ampliamento, ma un comitato di sinistra aveva proposto un referendum per la costruzione di un nuovo edificio, consultazione che poi li ha visti perdenti.

Burani, nella sua lettera, parla anche di “condizioni sociali ed economiche” che “evolvono a ritmi velocissimi”. “Alla fine di una consigliatura – scrive Burani – si deve ridiscutere tutto, persone e obiettivi programmatici”. Poi parla di un’attività amministrativa in cui “il carico di responsabilità e funzioni è cresciuto a dismisura: dalla criminalità ai dissenti idrogeologici, dalle violenze alle persone ai problemi delle sanità” e in cui “il governo centrale ha via via tolto ogni autonomia finanziaria ai Comuni”.

Infine se la prende anche con i cittadini di Cavriago e con il loro utilizzo di Facebook che è diventato “la fonte della verità” con le soluzioni degli amministratori che “sono considerate frutto di persone non competenti, lontane dalla realtà”. Questo avrebbe portato, secondo il sindaco, a una profonda trasformazione della comunità “dove tutti hanno diritti ma nessuno ha dei doveri” e dove “si è perso di vista il bene comune”.