Italia e mondo

Cala il Pil, Confindustria: “Manovra da riequilibrare”

1 dicembre 2018 | 11:35
Share0
Cala il Pil, Confindustria: “Manovra da riequilibrare”

Il numero uno degli industriali, Vincenzo Boccia avverte: “Porta il Paese a una decrescita infelice. Il decreto dignita’ non aiuta nessuno, nemmeno i lavoratori. Se si vuole puntare sulla crescita, bisogna aprire tutti cantieri possibili”

REGGIO EMILIA – “La politica si misura dai risultati e non dagli obiettivi. E i risultati iniziali non fanno ben sperare”. Non lesina critiche al Governo il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, questa mattina a Bologna a margine del Forum della piccola industria. Boccia lancia l’allarme sui possibili effetti recessivi della manovra.

“Siamo ancora in tempo per correggerla da parte del Governo e del Parlamento – ammonisce il leader degli industriali – siamo sempre ottimisti sulle aspettative e sul recupero del buon senso e del senso di pragmatismo da parte del Governo e del Parlamento”. Boccia valuta come un “buon segnale” l’apertura di un dialogo con l’Europa sulla manovra.

“Ma il punto non e’ lo sforamento del deficit – avverte il numero uno di Confindustria – il punto e’ se le risorse sono poi utilizzate per la crescita. Cioe’ quale impatto reale ha la manovra economica. Se e’ solo categoriale ed espansivo, allora porta il Paese indietro e non in avanti, perche’ realizza meno occupazione e meno crescita. È una domanda che ci dobbiamo porre come italiani, perche’ apre una questione italiana e non europea”, sostiene Boccia.

Aggiunge il leader di Confindustria: “Diciamo da tempo che, oltre i fini elettoralistici del contratto di Governo, ci si devono porre fini di crescita, che sono di interesse nazionale”. Detto in altri termini, “il Paese deve puntare sulla crescita e sull’occupazione e per farlo occorre un riequilibrio della manovra. La situazione e’ delicata”, avverte Boccia.

“Manovra che porta il Paese a una decrescita infelice”
Secondo Boccia la manovra del Governo sta portando l’Italia “verso la decrescita. Che e’ tutto tranne che felice”. “Potremmo ritornare alla crisi – lancia l’allarme Boccia – i dati ci dicono che ci stiamo avviando in una fase di decrescita che tutto e’ tranne che felice. Non so chi fa felice ‘sta decrescita, noi no”. Non a caso, Boccia si dice molto preoccupato anche per i dati Istat sul terzo trimestre, che indicano un calo del Pil e dell’occupazione.

“I dati sul medio termine non possono farci bene – afferma il presidente di Confindustria – dobbiamo aprirci ai mercati, siamo un grande Paese esportatore. E occorre riequilibrare la manovra. Lo diciamo da tempo ma nessuno ci ascolta. Speriamo che questi dati facciano riflettere”, manda a dire Boccia.

“Il decreto dignita’ non aiuta nessuno, nemmeno i lavoratori”
“Il decreto dignita’ non aiuta nessuno, nemmeno i lavoratori”. È una bocciatura senza appello quella che arriva dal presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, a margine del Forum della piccola industria organizzati oggi a Bologna. “L’unica cosa che sta facendo il decreto Dignita’ e’ aumentare il turnover – afferma Boccia – arrivate al primo anno di contratto a tempo determinato, per evitare conflittualita’, le imprese cambiano il nome delle persone. E invece di aiutare i lavoratori li stiamo solo danneggiando. Questo e’ l’effetto del decreto dignita’”.

I posti di lavoro, critica ancora il leader degli industriali, “non si creano con l’assistenza, ma abbassando il cuneo fiscale e facendo un grande piano di inclusione per i giovani, a partire dal Mezzogiorno. Il termine lavoro ultimamente e’ molto usato ed e’ molto di moda, ma bisogna tornare alla centralita’ del lavoro e dell’occupazione nel Paese”, insiste Boccia.

“Se si vuole puntare sulla crescita, bisogna aprire tutti cantieri possibili”
“Vediamo un Paese un po’ in confusione. Non si dovrebbe discutere sui cantieri da chiudere. Se si vuole puntare sulla crescita, bisogna aprire tutti cantieri possibili”. E proprio sotto le Due torri, Boccia continua a caldeggiare la realizzazione del Passante autostradale di Bologna. “È una questione nazionale – afferma il leader degli industriali – come la Torino-Lione, l’aeroporto di Firenze e le altre infrastrutture del Paese. Farla passare come una questione locale e’ una ‘diminutio'”. Dopodomani, lunedi’ 3 dicembre, a Torino e’ in programma un convegno sulle infrastrutture al quale parteciperanno “11 categorie – sottolinea Boccia – che rappresentano 3.000 imprese e il 65% del Pil. Partendo dalla questione Torino, invocheranno la necessita’ di spingere sulle infrastrutture e sulla crescita del Paese. Penso che sia una cosa che dovrebbe far riflettere”.

A maggior ragione perche’ in questo momento “vediamo un Paese in uno stato un po’ di confusione – affonda il colpo il presidente di Confindustria – non si dovrebbe dibattere di cantieri da chiudere. Sarebbe interesse del Governo puntare sulla crescita e questo significa far partire tutti i cantieri possibili”. Ma non solo. Secondo Boccia, “questo Governo deve anche chiedersi quale visione ha di questo Paese. Per noi l’Italia deve diventare un grande hub, centrale tra Europa e Mediterraneo, aperto a est e ovest. E per questo ha bisogno di infrastrutture all’altezza della seconda manifattura d’Europa. Ritornare ai fondamentali dell’economia e’ un dovere della politica e del Governo del Paese. Non servono risposte ideologiche”, attacca il leader di Confindustria.