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Video di Casalino su down, ira del portavoce: “Solo fango”

8 novembre 2018 | 18:36
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Video di Casalino su down, ira del portavoce: “Solo fango”

n un vecchio filmato, l’attuale portavoce di Palazzo Chigi afferma che anziani, bambini e down gli “fanno schifo come i ragni”. Ma lui spiega: “Parole espresse durante un corso teatrale, non rappresentano il mio pensiero”

REGGIO EMILIA – “Le cose sono due: o Casalino quando offendeva persone con la Sindrome di Down, anziani e bambini non era in sé, e allora ha bisogno di un ottimo psicologo; oppure crede davvero a quello che dice e allora non può stare a Palazzo Chigi. Non è la prima volta che lo sentiamo pronunciare frasi offensive e discriminatorie; l’imbarazzo di Conte si palesi in un licenziamento per il portavoce di Palazzo Chigi”. Lo afferma il senatore del Pd Edoardo Patriarca.

Il parlamentare commenta un video di ArcadeTv7 pubblicato da Dagospia, risalente a qualche anno fa, in cui un giovane Rocco Casalino, ora portavoce di Palazzo Chigi e capo della comunicazione del M5s, afferma che anziani, bambini e down gli “danno fastidio”, lo “irritano” e gli “fanno schifo, come fa schifo un ragno”.

“Non ho nessuna voglia di relazionarmi a loro, non ho nessuna voglia di aiutarli, poveretti che gli è capitata ‘sta cosa”, spiega Casalino nel video. E a chi lo critica per aver usato l’espressione “schifo”, lui spiega: “E’ come a te che fa schifo il ragno, a me è così. Mi danno proprio fastidio. Mi dà imbarazzo. Non mi va di stare dietro ai vecchietti, ai bambini, ai down”.

Dura la reazione del portavoce del Presidente del Consiglio. “Oggi la stampa italiana pubblica vere e proprie bufale sul mio conto, con il solo obiettivo di colpirmi, infangarmi e mettere in dubbio la mia professionalità. E’ stato pubblicato un video che risale ad oltre 10 anni fa, quando frequentavo il “Centro Teatro Attivo” di Milano”, afferma in un post sul blog M5S Casalino, sottolineando come le parole che si sentono nel video nei confronti di chi soffre della sindrome di Down “sono inserite in quel contesto e non rappresentano assolutamente il mio pensiero, né oggi né allora”.

Scrive, in un post su facebook, il giornalista e blogger Enrico Fedocci che organizzava il corso a cui partecipò Casalino: “A proposito di questa vicenda che riguarda Casalino e la sua presenza durante il Corso di Giornalismo che ho tenuto nel 2006 desidero precisare: in quegli anni portavo i personaggi in aula, affinché i miei studenti li intervistassero. Ognuno di loro, nel preparare il pezzo, doveva fare finta di essere il giornalista che assisteva all’incontro tra l’ospite e gli studenti stessi. Volevo che imparassero a scrivere in maniera distaccata, non di pancia, insomma. In occasione di uno di queste simulazioni invitai Rocco Casalino. Alle 14 arrivò presso l’Istituto Bauer di proprietà della Provincia di Milano. Prima di entrare mi raccomandai: ‘Rocco, è una simulazione di intervista, quindi nulla verrà pubblicato, ma fammi la gentilezza di sollecitarmi i ragazzi, affinché abbiano una notizia. Provocali’. La sua risposta fu: ‘Devo recitare un personaggio?’. ‘Bravo’, replicai io”.

Spiega Fedocci: “Ho portato tra i vari Mario Moretti, ex capo delle Brigate Rosse, Platinette, l’inviato di guerra Ettore Mo, lo speaker radiofonico Zap Mangusta ma anche dirigenti di polizia per simulare conferenze stampa su omicidi, operazioni antidroga, affinché gli studenti imparassero a gestire vari argomenti, in modo tale che nel successivi stage nei giornali sapessero trattare più temi. Faccio presente che Rocco Casalino, ai tempi reduce dalla Casa del Grande Fratello, era un personaggio tv, piuttosto discusso per le sue ospitate a Buona Domenica ai limiti col trash”.

E conclude: “Dopo l’incontro mi resi conto che Casalino aveva suscitato in loro grande antipatia. Una antipatia, che molti di loro fecero emergere in maniera molto evidente negli articoli scritti come esercitazione. Rendendo di per se il pezzo non pubblicabile, perché scritto di pancia. Ricordo che agli studenti, spiegai che compito del giornalista era anche quello di distinguere tra provocazione – come quella messa in atto da Casalino – e la realtà”.