Sentenza Aemilia, in quindici finiscono in carcere
I carabinieri, dopo il verdetto dei giudici, sono andati ad arrestare i soggetti con le pene più alte
REGGIO EMILIA – La sentenza del processo Aemilia produce già il suo primo effetto. In quindici sono stati arrestati e portati in carcere, ieri pomeriggio, subito dopo il verdetto in esecuzione di una misura cautelare che era stata richiesta dai pm Mescolini e Ronchi e poi accolta dal collegio giudicante dopo la lettura della sentenza. Si tratta di Giuseppe Iaquinta, padre dell’ex bomber della nazionale Vincenzo, che è stato arrestato a Reggiolo. Poi è toccato ai fratelli Palmo e Giuseppe Vertinelli arrestati a Montecchio. Altro arresto a Cadelbosco Sopra a casa di Eugenio Sergio.
Stessa sorte per Alfredo e Francesco Amato. In manette pure Carmine Belfiore, residente a Sesso. Carcere anche per Antonio Muto (classe 1971 di Gualtieri) e per Luigi Muto, così come per Antonio Crivaro, condannato a 19 anni. Arrestato pure Graziano Schirone (Montecchio), Maurizio Cavedo (Castelvetro), Carmine Arena (Cadelbosco Sopra) e Francesco Lomonaco (Reggio Emilia) e Moncef Baachaoui.
Alfonso Paolini, che pure dovrebbe finire in carcere, è invece agli arresti domiciliari per le conseguenze di un serio problema cardiaco. Una scarcerazione stabilita dal tribunale del Riesame di Bologna.