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Mattarella: “Bilancio Stato è bene pubblico”

28 novembre 2018 | 18:47
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Mattarella: “Bilancio Stato è bene pubblico”

Il capo dello Stato: “Senza finanze pubbliche solide e stabili, non risulti possibile tutelare i diritti sociali in modo efficace e duraturo”

REGGIO EMILIA – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto nel pomeriggio al Quirinale i magistrati di nuova nomina della Corte dei Conti, accompagnati dal presidente Angelo Buscema. “Dopo la revisione costituzionale del 2012 e la modifica dell’art. 81 della Costituzione, l’equilibrio di bilancio, osserva la Corte costituzionale, implica “in prospettiva dinamica la continua ricerca di un armonico e simmetrico bilanciamento tra risorse disponibili e spese necessarie per il perseguimento delle finalità pubbliche”, ha ricordato il presidente Sergio Mattarella.

“L’esercizio di bilancio ha a che fare con il pieno dispiegarsi dei diritti delle persone, la sana gestione con la tutela della solidarietà intergenerazionale”, ha aggiunto il presidente Mattarella parlando ai magistrati. “La nascita e lo sviluppo dello Stato democratico sono indissolubilmente legati all’affermazione e all’espansione dei diritti sociali quale strumento idoneo ad affermare i principi di libertà e di eguaglianza posti dal costituente a fondamento della Repubblica. Una delle sfide più impegnative del tempo in cui viviamo sta proprio nella ricerca – ha puntualizzato il capo dello Stato – di un contemperamento tra esigenze di bilancio e tutela dei diritti sociali sanciti dalla Costituzione”.

“La Corte costituzionale ha ricordato che “il bilancio è un “bene pubblico” nel senso che è funzionale a sintetizzare e rendere certe le scelte dell’ente pubblico, sia in ordine all’acquisizione delle entrate, sia alla individuazione degli interventi attuativi delle politiche pubbliche”, ha sottolineato il Capo dello Stato.

“E’ evidente come, senza finanze pubbliche solide e stabili, non risulti possibile tutelare i diritti sociali in modo efficace e duraturo, assicurando l’indispensabile criterio dell’equità intergenerazionale”.