Gioco, nel 2017 persi in provincia 180 milioni di euro

24 novembre 2018 | 14:08
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Gioco, nel 2017 persi in provincia 180 milioni di euro

I giocatori stimati sono 15mila, ma solo 157 hanno chiesto aiuto

REGGIO EMILIA – I giocatori stimati sono in provincia 15.000 ma di questi solo 157, definiti “patologici” (ovvero fuori controllo e incapaci di smettere), si sono rivolti nel 2017 per un supporto all’Ausl. Sono alcuni dei numeri fotografati venerdi’ sera in municipio a Reggio Emilia, nella commissione “Servizi sociali”, convocata sul tema del gioco d’azzardo e delle ludopatie.

A presentare i dati, insieme al vice sindaco e assessore al Welfare Matteo Sassi, Enrico Malferrari dell’associazione Papa Giovanni XXIII e i direttori dei servizi delle dipendenze patologiche dei distretti sanitari di Reggio e Correggio, Roberto Bosi e Luigi Petazzini. Scendendo nel dettaglio delle cifre illustrate, nei Comuni della provincia reggiana si sono giocati l’anno scorso poco piu’ di 930 milioni, con vincite complessive pari a 751 milioni e una perdita secca e definitiva di 180 milioni.

Ogni reggiano del territorio provinciale ha quindi perso in un anno 337 euro e ogni famiglia 792. Il Comune capoluogo fa la parte del leone sul complessivo giocato. A Reggio citta’ sono stati spesi 383,5 milioni al gioco d’azzardo, con 69 milioni persi. Le famiglie si sono impoverite, ognuna, di 885 euro. Alcuni paesi della Bassa reggiana, dove “e’ andata indebolendosi l’identita’ della comunita’”, fanno accendere un’ulteriore spia di allarme, perche’ qui il gioco d’azzardo attira anche i piu’ giovani.

Non a caso il Comune in cui si gioca di piu’ in proporzione al numero di abitanti e’ Reggiolo, dove ogni cittadino ha giocato 5.902 euro, perdendone 1.000. Nella classifica dei giochi piu’ gettonati ci sono le slot machine, i gratta e vinci e infine le video lottery (simili alle slot, ma che consentono puntate maggiori e sono disponibili solo in sale dedicate che il giocatore ricerca per forza volontariamente).

Un tema emerso dal confronto tra relatori e consiglieri e’ infine quello dei meccanismi con cui la criminalita’ organizzata entra nel circuito del gioco d’azzardo legalizzato che “fino a 20 anni fa veniva malvisto socialmente, poi e’ diventato uno ‘svago nazionale’ e oggi e’ una vera e propria industria”. Interessante il fenomeno rilevato (non a livello provinciale ma in generale) per i gratta e vinci, dove l’infiltrazione passa per una “trattativa” tra la criminalita’ organizzata e i tabaccai, affinche’ questi ultimi segnalino i vincitori di somme di una certa consistenza.

Le vincite vengono poi comprate “cash” dai possessori dei biglietti fortunati e incassate dalle organizzazioni illecite. In questo modo “anche se su queste somme deve pagare le tasse- viene spiegato- la malavita ha comunque il suo guadagno perche’ dispone di denaro di cui puo’ in ogni caso giustificare la provenienza”.