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Decreto Salvini, le critiche: “Più irregolari e meno sicurezza”

15 novembre 2018 | 10:32
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Decreto Salvini, le critiche: “Più irregolari e meno sicurezza”

La Dimora d’Abramo: “Profili di incostituzionalità e grave collegamento fra criminalità organizzata, terrorismo e gestione dei migranti”. L’avvocato Scarpati: “Salvini vada in Nigeria e nei paesi del Nord Africa a fare gli accordi e non in Ghana”

REGGIO EMILIA – “Profili di incostituzionalità. Grave collegamento fra criminalità organizzata, terrorismo e gestione dei migranti. Smantellamento dello Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, ndr) che determina gravi ricadute sul sistema dell’accoglienza. Aumento degli irregolari e quindi dell’insicurezza sociale. Elementi discriminatori e riduzione dei diritti costituzionali. Urgenza immotivata”.

E’ lungo l’elenco delle critiche che la Dimora d’Abramo, la cooperativa che gestisce l’accoglienza dei profughi nella nostra provincia, rivolge al decreto sicurezza e immigrazione del ministro Matteo Salvini. Preoccupazioni che la coop “condivide insieme a tante altre organizzazioni che lavorano per l’inserimento delle persone migranti”.

Un decreto che aumenterà il numero di irregolari
I profughi attualmente accolti a Reggio sono in calo. Circa 200-300 in meno rispetto all’ultimo anno. Attualmente nel nostro Comune sono 800, mentre su scala provinciale sono 1.800 i richiedenti asilo. Con questo decreto molti di loro rischiano di non vedere accolta la loro domanda e quindi di diventare irregolari. Il decreto prevede, infatti, l’abolizione della protezione umanitaria che, fino ad ora, veniva concessa per “seri motivi, in particolare di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano”.

A beneficiarne erano coloro che non potevano ottenere il riconoscimento dello status di rifugiato, ma che non potevano essere rimandati indietro, ad esempio i minori non accompagnati. Ma anche i perseguitati politici. Nel 2016, in Italia, sono stati accordati 18.979 permessi di protezione umanitaria (a fronte di oltre 91mila domande esaminate) e nel 2017 sono stati concessi 20.166 permessi (a fronte di 81 mila casi presi in esame). In totale quindi è meno di 40mila il numero di persone che hanno ottenuto il permesso di soggiorno grazie alla protezione umanitaria nel corso degli ultimi due anni.

Dal momento che a circa il 30% delle domande di asilo viene concessa la protezione umanitaria, Salvini pensa così di ridurre il numero di migranti presenti sul territorio nazionale (solo il 7% delle richieste d’asilo ottiene lo status di rifugiato). Chi oggi è in possesso di un permesso di protezione umanitaria lo perderà e dovrà far ritorno al paese d’origine. Cosa che, difficilmente, accadrà. Più facile che diventi clandestino. Anche nella nostra provincia.

Scarpati: “Saranno esclusi quelli che richiedono un asilo politico individuale”
Commenta l’avvocato reggiano Marco Scarpati, direttore di cooperazione e programmi di Cifa, da tempo impegnato su questi temi: “Con l’approvazione del decreto sicurezza oggi, per ottenere l’asilo, devi provenire da una zona dove c’è una situazione di guerra o una grave perturbativa. Tipo la Siria. Rischiano invece di essere esclusi i tanti africani che arrivano richiedendo asilo politico inviduale. Ovvero tutte quelle persone che, individualmente, ritengono che il regime li perseguiti e li voglia mettere in carcere. Oppure pensiamo agli omossessuali che vengono dall’Eritrea dove c’è la pena di morte per loro. O, anche, a un oppositore politico nigeriano. Come faranno a dimostrare che vengono perseguitati?”.

Scarpati: “Stanno facendo di tutto per fare scoppiare il problema”
Grazie al sistema Sprar oggi i profughi hanno la possibilità di imparare l’italiano, svolgere attività utili alla comunità, oltre a frequentare tirocini e stage per l’inserimento lavorativo. Riconosciuti come esempio positivo in tutta Europa, gli Sprar sono stati spesso al centro del racconto giornalistico per le loro storie d’integrazione. Tutte attività che, con il nuovo sistema, saranno difficili da portare avanti considerando che saranno tagliati fondi all’accoglienza dei migranti.

Commenta Scarpati: “Molto semplicemente stanno facendo di tutto perché scoppi il problema. Questo decreto è una pura provocazione. Lo Sprar è stato uno strumento di grande sollievo che ha affrontato bene i tempi lunghi dell’attesa di una risposta alla richiesta umanitaria. Ora non può trasformarsi in una permanenza in un semicarcere. Non si può tenere un ragazzo di 25 anni per 24 ore al giorno fermo a non fare niente. Oggi, oltre a fare corsi di italiano e di altro tipo, possono entrare in cooperative come quelle che si occupano di pulitura dei parchi e imparare un lavoro”.

Migranti

La Dimora d’Abramo: “Ci sono profili di incostituzionalità”
C’è poi il problema della costituzionalità del decreto. La coop ricorda che “lo stesso presidente della Repubblica, nella nota di accompagnamento al decreto, ha ricordato i limiti imposti dalla Costituzione, avvertendo la necessità ‘di sottolineare che, in materia, restano fermi gli obblighi costituzionali e internazionali dello Stato, in particolare per quanto direttamente disposto dall’art. 10 della Costituzione (in cui si stabilisce che “l’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute” e che “la condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali”) e quanto discende dagli impegni internazionali assunti dall’Italia’, facendo espresso riferimento al passaggio della Carta Costituzionale in cui viene citata l’obbligatorietà della tutela giuridica, sociale e di inclusione a rifugiati, richiedenti la Protezione Internazionale ed Umanitaria e a chiunque abbia ottenuto altre forme di protezione”.

La coop: “Grave il collegamento fra criminalità organizzata e terrorismo con la gestione dei migranti”
Secondo la Dimora d’Abrammo, inoltre, “la prima ragione di preoccupazione risiede nella stessa impostazione del Decreto che, da una parte, ripropone (a nostro avviso impropriamente) il grave collegamento tra criminalità organizzata e terrorismo con la gestione delle migrazioni, e, dall’altra, ribadendo il legame tra cittadino migrante e sicurezza, favorisce la percezione errata della protezione internazionale quale questione di ordine pubblico. Criminalizzare i migranti nel loro insieme non è assolutamente la strada che aiuta a comprendere e affrontare i percorsi di persone che cercano nuove e migliori opportunità di vita; semplificare ed etichettare il diverso come portatore solo di problemi rappresenta una cultura gravemente insensibile e lesiva rispetto alle vite e alle storie delle persone e rispetto al lavoro fatto dalle amministrazioni locali e dalle organizzazioni impegnate in questo ambito da anni nel nostro Paese”.

Scarpati: “Salvini vada in Nigeria e nei paesi del Nord Africa a fare gli accordi e non in Ghana”
C’è infine il problema di come rimandare a casa gli irregolari. Il ministro Salvini ha impostato buona parte della campagna elettorale dicendo che avrebbe mandato via dall’Italia centinaia di migliaia di immigrati senza permesso di soggiorno. Ora si sta rendendo conto che non era così semplice e i rimpatri, infatti, non stanno aumentando. Anzi. Stando ai dati del Viminale, i migranti irregolari riportati nei paesi di origine nei mesi di giugno, luglio e agosto 2018 sono stati 1296, un numero in calo rispetto ai 1506 dello stesso periodo del 2017. Nel dettaglio il governo è riuscito a rimpatriare 445 persone a giugno, 423 a luglio e 428 in agosto. In sostanza, ha rimpatriato più immigrati Minniti di Salvini. Ma, per farlo servono accordi con i Paesi africani.

Migranti

Commenta Scarpati: “Il ministro Salvini è andato in Ghana a fare un accordo sull’immigrazione con un Paese che conterà, in Italia, un centinaio di persone da rimandare a casa. I ghanesi in Italia sono, complessivamente, poco meno di 49mila. E la loro presenza è sostanzialmente stabile, se è vero che nel 2010 erano 47mila. Rappresentano lo 0,97% sul totale dei migranti. Compiono pochi crimini e sono ottimi lavoratori, in gran parte impegnati soprattutto nelle fabbriche del nord Italia. Pochissimi gli irregolari. Perché non va a fare un accordo con la Nigeria o i paesi del nord Africa? E poi è assurdo concentrare tutto il problema della sicurezza sugli africani che sono un terzo degli immigrati extracomunitari nel nostro Paese. Gli asiatici, quelli dell’Est Europa e i sudamericani dove li mettiamo?”.