Italia e mondo

Rischia l’espulsione gambiano che aggredì poliziotti

9 ottobre 2018 | 17:48
Share0
Rischia l’espulsione gambiano che aggredì poliziotti

Primo effetto del decreto Salvini. A farne le spese – fa sapere il Viminale – è Omar Jallow, gambiano che ha aggredito dei poliziotti al Cara di Foggia.

REGGIO EMILIA – Primo effetto del decreto Salvini. A farne le spese – fa sapere il Viminale – è Omar Jallow, gambiano che ha aggredito dei poliziotti al Cara di Foggia. L’uomo era un richiedente asilo che aveva ottenuto la protezione umanitaria grazie a un ricorso alla magistratura.

Il suo status doveva essere riesaminato dalla commissione territoriale di Foggia (per ottenere l’eventuale rinnovo) ma l’aggressione ai poliziotti ha accelerato la procedura. Per effetto del decreto Salvini, la commissione – indica sempre il Viminale – sta già esaminando il caso e il gambiano rischia l’espulsione.

Nel corso di controlli anticaporalato nelle campagne di Borgo Mezzanone (Foggia), la polizia ha arrestato Jallov – già con precedenti – per resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale. L’uomo aveva provato a investire con l’auto due agenti che gli avevano intimato di fermarsi, e poi li aveva aggrediti con l’aiuto di altri migranti nei pressi del Centro accoglienza e richiedenti asilo (Cara) della zona. Il sindacato di polizia Sap ha sostenuto che erano oltre 50 gli extracomunitari del Cara che si sono scagliati con calci e pugni contro due poliziotti che sono rimasti feriti nella colluttazione: guariranno rispettivamente in 15 e 30 giorni. I due agenti sono stati ‘salvati’ dall’intervento di altre pattuglie della Polizia accorse sul luogo dell’aggressione.

E’ l’articolo 10 del decreto Salvini – pubblicato nei giorni scorsi in Gazzetta Ufficiale – a prevedere che, nel caso un richiedente asilo compia una serie di gravi reati (tra i quali rientra anche l’aggressione a pubblico ufficiale), il questore debba dare “tempestiva comunicazione” alla competente Commissione territoriale per il riconoscimento del diritto d’asilo. Quest’ultima provvede, si legge sempre nel testo del dl, “nell’immediatezza all’audizione dell’interessato e adotta contestuale decisione”. In caso di rigetto della domanda il richiedente “ha in ogni caso l’obbligo di lasciare il territorio nazionale”. Perché tuttavia Jallov possa essere effettivamente rimpatriato nel caso di un ‘no’ della Commissione alla domanda di asilo, serve che le autorità gambiane accettino il trasferimento dell’uomo dall’Italia.