Provincia, l’addio di Manghi: “Viva e indispensabile”

2 ottobre 2018 | 13:04
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Provincia, l’addio di Manghi: “Viva e indispensabile”

Il presidente uscente traccia un bilancio e sulla riforma Delrio parla di “luci e ombre”

REGGIO EMILIA – La Provincia ha limato le spese anche riducendo le sedi (da sette a quattro) e le societa’ partecipate (da 16 a 6). Nel mandato di Manghi sono stati investiti 53,2 milioni per la sicurezza dei quasi mille chilometri di strade di competenza e circa 50 milioni sulla scuola, tra interventi sull’edilizia scolastica e progetti per il diritto allo studio.

In maniera inedita, l’ente ha poi deciso di sostenere le istituzioni culturali cittadine, stanziando 1,3 milioni. Come “casa dei Comuni” la Provincia ha agito come stazione unica appaltante bandendo 46 gare d’appalto per un valore di 21 milioni, ha espletato le pratiche dell’ufficio associato legalita’ nato a gennaio ed e’ in arrivo un nuovo ufficio per la sismica a favore delle amministrazioni comunali. Infine, dice Manghi, “abbiamo svolto un ruolo centrale nel coordinamento del territorio” e sul fronte della sanita’ “dove, oltre alla fusione delle due aziende sanitarie, siamo al centro del programma per la riorganizzazione dell’ospedale di Castelnovo Monti”.

Insomma, afferma Manghi, “penso sia stato svolto un lavoro dignitoso e serio che ha dato riconoscibilita’ all’ente come punto di riferimento nella scacchiera istituzionale del territorio. Credo che si possa esprimere un’umile soddisfazione per, pur tra mille difficolta’, aver raggiunto un po’ questo obiettivo della dignita’ che ci presenta in modo serio agli occhi dei cittadini”.

La Provincia ha limato le spese anche riducendo le sedi (da sette a quattro) e le societa’ partecipate (da 16 a 6). Nel mandato di Manghi sono stati investiti 53,2 milioni per la sicurezza dei quasi mille chilometri di strade di competenza e circa 50 milioni sulla scuola, tra interventi sull’edilizia scolastica e progetti per il diritto allo studio. In maniera inedita, l’ente ha poi deciso di sostenere le istituzioni culturali cittadine, stanziando 1,3 milioni.

Come “casa dei Comuni” la Provincia ha agito come stazione unica appaltante bandendo 46 gare d’appalto per un valore di 21 milioni, ha espletato le pratiche dell’ufficio associato legalita’ nato a gennaio ed e’ in arrivo un nuovo ufficio per la sismica a favore delle amministrazioni comunali. Infine, dice Manghi, “abbiamo svolto un ruolo centrale nel coordinamento del territorio” e sul fronte della sanita’ “dove, oltre alla fusione delle due aziende sanitarie, siamo al centro del programma per la riorganizzazione dell’ospedale di Castelnovo Monti”.

Insomma, afferma Manghi, “penso sia stato svolto un lavoro dignitoso e serio che ha dato riconoscibilita’ all’ente come punto di riferimento nella scacchiera istituzionale del territorio. Credo che si possa esprimere un’umile soddisfazione per, pur tra mille difficolta’, aver raggiunto un po’ questo obiettivo della dignita’ che ci presenta in modo serio agli occhi dei cittadini”.

Nella riforma Delrio, Manghi registra poi “luci e ombre”. La “luce e’ il fatto di aver avvicinato i territorio all’ente di coordinamento, perche’ il Consiglio provinciale e’ composto da sindaci, l’Assemblea dei sindaci e’ un organo decisivo per l’aprovazione dei bilanci dei Comuni, e il presidente e’ un sindaco del territorio. Sono tutti aspetti che hanno avvicinato”. L’ombra e’ invece “che la legge non e’ stata finanziata, con difficolta’ che si sono riverberate soprattutto sugli investimenti. Questa e’ stata la debolezza”.

Sulla base dei primi segnali arrivati dal Governo, Manghi aggiunge: “Penso che le Province vadano verso il ritorno alle caratteristiche pre 2014 e all’elezione diretta, ma adesso e’ inderogabile che si stabilisca cosa devono fare. Per me sono indispensabili nel senso che sono un anello di congiunzione tra i Comuni e la Regione che decretano la prossimita’ territoriale”.