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Di Maio attacca Draghi: “Ci rispettano più i tedeschi”

26 ottobre 2018 | 16:49
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Di Maio attacca Draghi: “Ci rispettano più i tedeschi”

Il vicepremier: “Siamo in un momento in cui bisogna tifare Italia e mi meraviglio che un italiano si metta in questo modo ad avvelenare il clima ulteriormente”

REGGIO EMILIA – “Secondo me siamo in un momento in cui bisogna tifare Italia e mi meraviglio che un italiano si metta in questo modo ad avvelenare il clima ulteriormente”. Lo ha detto il vicepremier, Luigi Di Maio, durante la registrazione della prima puntata di Nemo, in onda stasera su Rai2 alle 21.20, circa le dichiarazioni del presidente Bce, Mario Draghi. “Stiamo facendo una manovra di bilancio che dà alla parte più debole”, ha aggiunto Di Maio.

“E’ singolare che in questo momento vedo da alcuni ministri di altri Paesi, come quelli tedeschi, molto più rispetto per quello che stiamo facendo che dal capo della Bce che viene a dire che il clima di tensione in Italia è un problema”. Di Maio ha sottolineato poi che “Draghi può dire quello che vuole e non sono nessuno per censurare quello che dice”.

“Sostenere le banche non significa prendere soldi dagli italiani”, ha spiegato Di Maio.

“Non ho paura del giudizio di Standard& Poor’s. Abbiamo un debito privato quasi inesistente e questo crea una stabilità economica” per il Paese. L’agenzia di rating si dovrebbe pronunciare stasera sul rating sovrano dell’Italia.

L’indipendenza di una banca centrale “è essenziale” perché la sua azione sia credibile, e dunque la politica monetaria sia efficace”, ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, tenendo un discorso alla Banca nazionale belga incentrato sulla difesa dell’autonomia delle banche centrali come la Bce dalla politica, di fronte a chi oggi, dopo la crisi e misure non convenzionali come l’acquisto di bond, ha messo in forse il “consenso di politica monetaria” consolidatosi negli anni ’70.

“Se le banche centrali fossero meno indipendenti, e il pubblico percepisse che la politica monetaria può essere condizionata in una direzione o nell’altra, ciò alla fine destabilizzerebbe le aspettative d’inflazione e minaccerebbe la stabilità dei prezzi, proprio come negli anni ’70”: lancia il monito il presidente della Bce di fronte alle preoccupazioni in “altre giurisdizioni” per la normalizzazione della politica monetaria ora che risale l’inflazione.