Editoriale

Cgil, correnti e personalismi: uno strappo da ricucire

26 ottobre 2018 | 12:29
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Cgil, correnti e personalismi: uno strappo da ricucire

Così il sindacato, ricco di culture e anime diverse, diventa troppo simile alla cattiva politica che vede i maggiori partiti della sinistra scannarsi fra loro

REGGIO EMILIA – Non era mai successo che un segretario, candidato unico, venisse silurato in questo modo, nel segreto dell’urna, da un’assemblea della Cgil. Così come non era mai accaduto che un segretario uscente si rivolgesse alla platea definendo, chi ha votato contro di lui, “farabutto”. Quello andato in scena, mercoledì sera al teatro Ariosto, è stato davvero un brutto spettacolo.

Il voto contrario dei 75 ha aperto una crisi profonda in un sindacato che conta oltre 100mila iscritti nella nostra provincia. Contro Mora hanno giocato, dicono i ben informati, personalismi e insoddisfazioni per una gestione un po’ troppo ruvida e verticistica dei rapporti dentro alla Camera del lavoro. Le modalità con cui è avvenuto il siluramento, tuttavia, sono veramente poco ortodosse e creano, in modo “irresponsabile” come ha detto ieri Gianni Rinaldini al nostro giornale, una frattura profonda nel sindacato, ma è difficile pensare che Mora non fosse consapevole della sua debolezza. Perché non ha trattato con gli avversari e perché, allora, è andato a una conta suicida sapendo che poteva essere impallinato? Domande a cui può rispondere solo il diretto interessato che, per ora, si è chiuso nel più assoluto riserbo.

Il dato, ora, è che la Fiom, categoria da cui peraltro proviene Mora, è in minoranza dentro la Cgil reggiana e ha contro quasi tutte le altre categorie. Il voto contro Mora è anche un voto, indirettamente, contro il suo delfino, Valerio Bondi, ex segretario provinciale della Fiom e ora nella segreteria provinciale, a cui si dice che il segretario uscente volesse lasciare il testimone fra un anno. Maurizio Landini segretario a livello nazionale (opzione probabile anche se non scontata, ndr) e Bondi a livello locale è troppo, deve aver pensato qualcuno.

Il fatto è che, al di là dei giochi e delle correnti, questa frattura rischia di danneggiare, prima di tutto, i lavoratori, ma non solo. Rischia di lacerare anche un sindacato come la Cgil che, oggi, come sottolineava l’altro giorno il segretario regionale Luigi Giove dal palco, è forse l’unico luogo, a sinistra, dove convivono tante anime e tante culture diverse. Una ricchezza che dovrebbe dialogare e non litigare. Altrimenti il sindacato, davvero, diventa troppo simile alla politica che vede i maggiori partiti della sinistra scannarsi fra loro e dividersi in modo inconcepibile per i cittadini e dannoso per il Paese. Si spera che questa frattura venga sanata a breve dal buon senso reciproco.